“Lady road racing”: intervista a Maria Costello

Donne e road races. Non sono molte, ma di qualità. Hanno ottenuto podi e vittorie, hanno fatto storia. Un nome su tutte, la biondissima Maria Costello

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Maria Costello al Classic TT 2016 sulla Paton del Team Beugger (foto: LAPconcepts)

Classe 1973, nata a Northampton in Inghilterra, la Costello è certamente sinonimo di corse su strada, con una carriera ormai ventennale. “Elvis”, così il suo soprannome, debutta ad Ellan Vannin al Manx Grand Prix del ’96, passando al Tourist Trophy 3 anni dopo con un esordio “col botto”: le numerose ossa rotte tuttavia non la fermano e Maria si destreggia negli anni successivi tra British Superstock Championship e isola di Man. Il primo podio sul Mountain Course arriva nel 2005 con il terzo posto al Manx categoria Ultralightweight.

Da qui in avanti la Costello decide di saggiare praticamente tutti i circuiti road racing, passando dalla North West 200 alla Southern 100, da Scarborough alla Mid Antrim, dall’Ulster GP a Cookstown, Skerries, Walderstown, Armoy…

E ci mette poco per scrivere la storia come donna più veloce di sempre all’Isola di Man, con un primato che durò dal 2004 al 2009, sottrattole poi dalla pilotessa BSB Jenny Tinmouth.

Quest’anno Maria Costello ha centrato un applauditissimo podio al Classic TT classe Senior (500cc), terza in sella alla Paton del Team Beugger. Un trionfo in tutti i sensi.

Tra gare e svariate altre attività, i prossimi impegni di Maria prevedono anche il debutto su un Sidecar. Una vera “woman on a mission”, come ama definirsi lei, addirittura insignita anni fa dell’onorificenza di MBE (Member of the British Empire) per i suoi meriti motociclistici.

 

Se si parla di donne e road racing, sicuramente si pensa subito a te Maria. Sei un simbolo. Ma quanto è stato difficile per una ragazza diventare pilota professionista in un ambiente quasi esclusivamente maschile?

La mia carriera iniziò circa 20 anni fa, quindi la mi avventura in questo sport è parecchio lunga. E per rimanerci per così tanto tempo ho incontrato molte difficoltà, ma non sono tutte legate al fatto che io sia una donna. Inizialmente credo di aver usato la motivazione negativa di “ora glielo faccio vedere io ai ragazzi”, per dimostrare che anche una donna può correre a livello professionale. Questo sport è comunque duro per tutti, indipendentemente dal sesso. Ma è qualcosa che amo (beh, magari non sempre, non quando mi sono rotta le ossa o quando avevo grosse barriere psicologiche, ma ho sempre perseverato, non so perché, ma sono contenta di averlo fatto). Mi sento molto fortunata per aver trovato qualcosa che amo, mi ha dato tanto nella vita, mi ha resa la persona che sono. Sono cresciuta in questo mondo e ora capisco che sono in una posizione in cui posso anch’io dare il mio contributo allo sport, specialmente ad altre donne che corrono o vogliono correre in moto. Ho scritto un libro sulla mia lunga carriera, ma ha bisogno di essere aggiornato perché ora vedo lo sport in modo differente e ho imparato che molte persone devono capire che anche le donne possono avere una carriera nel motorsport.

 

Infatti sei una preziosa ambasciatrice di questo sport nel mondo femminile con la tua altra attività, “Woman on a motorcycle”. Credi che ci siano molte donne interessate a correre all’isola di Man?

Diciamo che il numero sta crescendo. Vedo sempre più donne interessate alle road races ma sono ancora un piccolo numero ed è per questo che dobbiamo proteggere il Manx Grand Prix come “entry level”, anche per le donne che vogliono correre sul Mountain, dato che il TT è praticamente fuori portata.

 

Sei stata la donna più veloce di sempre sul Mountain Course tra il 2004 e il 2009. Cosa credi che manchi per riguadagnare questo titolo?

L’opportunità di avere una 1000cc competitiva al TT.

 

Come mai ultimamente corri solo con il 600cc? Questioni di budget?

Negli ultimi anni mi sono concentrata sulla mia Kawasaki Supertwin e sulla Supersport. Ora sto discutendo la mia stagione 2017 ma l’unica cosa certa è la 650cc. Un budget maggiore mi permetterebbe certamente di fare di più.

 

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Maria Costello dopo il traguardo della Senior Classic TT 2016, con Barbara e Peter Beugger (foto: LAPconcepts)

Parliamo ora della tua grande performance al Classic TT 2016. Hai centrato il terzo posto nella 500cc con la Paton. Che significato ha per te stare su quel podio?

Il mio primo podio all’isola di Man è stato anche il primo per una donna; fu con una Honda RVF400 al Manx GP. Poi ottenni un terzo posto nella Classic 250 al Manx GP, dopo aver spinto la moto da Governor’s Dip. Arrivai terza ancora nella Classic 250 sempre sulla Suzuki T20 Bob Jackson, ma questa categoria non aveva un podio. Ho vinto in questa classe anche quest’anno nonostante 4 minuti di ritardo perché la moto si era spenta in partenza e abbiamo dovuto spingerla per tutta la lunghezza della pit lane prima che si riaccendesse. Però, il podio della Senior Classic TT è uno dei momenti salienti della mia carriera e uno dei momenti di maggior orgoglio per me sul Mountain Course. Mi sono sentita in cima al mondo.

 

Come hai iniziato a collaborare con lo svizzero Peter Beugger?

Ho conosciuto Peter e Barbara allo Slovakia Ring, dove, grazie a Sebastian Gutsch e Claus Clausen, ero stata invitata a testare moto classiche provenienti dal museo BMW di Monaco. Vidi la Paton nel paddock, conobbi i Beugger, guidai addirittura la moto e firmai il serbatoio. Successivamente via e-mail chiesi se fossero interessati a farmi guidare la moto al Classic TT. Loro furono d’accordo e inviammo l’iscrizione senza perdere tempo. Quell’anno ero in testa tra i privati con 2 minuti di vantaggio quando il motore si ruppe all’ultimo giro. Due anni fa conquistammo il 5° posto, ma il podio quest’anno è stato un risultato incredibile per tutti noi. Non li ringrazierò mai abbastanza per ciò che fanno. Peter stesso corre ed è un ingegnere formidabile, ha sviluppato la moto nel corso degli anni e arrivano direttamente dalla Svizzera con la Paton ogni agosto. E’ stato bello ripagarli con il podio. Li considero una famiglia.

 

C’è una gara che desideri fare prima o poi?

Più categorie al TT, più categorie al Classic TT (mi piacerebbe tanto la 350cc), Macao e tutte le corse su strada nel mondo in cui non ho ancora avuto il piacere di correre!

 

Quali sono le principali differenze tra gareggiare nelle corse su strada e in circuito da un punto di vista mentale?

Dal mio punto di vista l’approccio è differente, ma piloti come Michael Dunlop credo che diano tutto nelle road races così come in circuito.

 

Grazie mille Maria! 

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2 reazioni a “Lady road racing”: intervista a Maria Costello

  1. Salvatore Satta Rino ha scritto:

    Veramente una persona che fa bene allo sport, altro che pilotini di MotoGP. Grande personaggio.

  2. Anonimo ha scritto:

    Formidabile Maria !!!

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