
Non si sono fatti sfuggire l’occasione di dominare totalmente la loro gara di casa: il dublinese Derek Sheils e il pilota di Skerries Michael Sweeney sono stati i protagonisti di questa edizione 2019 della Skerries 100.
Per lungo tempo non si è fatto altro che parlare di lui, del suo silenzio, del suo possibile ritiro, della sua brillante carriera interrotta dalla tragica morte del fratello William. Già qualche mese fa un suo “collega” ci aveva rivelato che sarebbe tornato e di nuovo con il Team Tyco, ma, quando si tratta di Michael Dunlop, nulla è mai certo fino all’ultimo.
Scordatevi la spettacolarità delle attrazioni dell’Isola di Man o le grandi feste della North West 200. Immaginatevi solo una stretta lingua d’asfalto di 12 km in cui si toccano punte di 320 km/h, un paddock d’altri tempi, un circuito elettrizzante, velocità da brivido, solo campi e boschi nei dintorni. Questo è l’Ulster GP: motociclismo allo stato puro, strada, moto, tende, fango e freddo. O almeno per la maggior parte delle volte.
Non è andato esattamente come previsto il decimo anniversario della Armoy Road Race. Se la giornata di venerdì, con le qualifiche e le prime due gare, si è svolta in modo piuttosto liscio, sabato 28 luglio l’intero programma della “Race of Legends” è stato cancellato a causa del maltempo e di un brutto incidente che ha coinvolto uno dei dottori.
Nel giro di soli cinque giorni molte cose sono cambiate. Gli incidenti fatali di William Dunlop alla Skerries 100, seguito a ruota da quello di James Cowton alla Southern 100, sono andati a sommarsi ad emozioni non ancora sopite date dalla scomparsa di Dan Kneen e Adam Lyon al TT. Ma anche a quelle per molti ancora fresche di Dan Hegarty a Macao, di Gavin Lupton e Jamie Hodson all’Ulster GP, di Alan Bonner, Jochem van den Hoek e Davey Lambert al Tourist Trophy 2017, nonché a quella del nostro Dario Cecconi a Tandragee. Solo per citare i più recenti.