E’ la seconda volta quest’anno che all’isola di Man vengono cancellate le gare principali, quelle più attese, ovvero le Senior. E’ successo al Tourist Trophy ed è successo di nuovo al Classic TT.
La causa? Il maltempo, che ha costretto gli organizzatori a ripetuti cambi di programma e, infine, a prendere questa impopolare decisione.
Sul Mountain Course, lo sappiamo, se piove non si corre. Ma anche se c’è nebbia, troppo vento o se il tracciato è in parte bagnato. Anni fa si correva con qualsiasi condizione meteorologica, un po’ come si fa ora nelle altre road races, ma dal 2001 le cose hanno iniziato a cambiare. Sebbene non esista una vera e propria regola che vieta di correre all’isola di Man in caso di pioggia, tendenzialmente la situazione rispetto al passato è cambiata parecchio e, per garantire maggiore sicurezza, si cerca di attendere che le condizioni del tracciato siano ottimali (anche perchè non è previsto l’utilizzo di gomme rain).
Durante la settimana di gare, inoltre, sia al TT che al Classic TT, esistono i cosiddetti “contingency days“, dei giorni cuscinetto che da programma sono giorni di pausa ma che, in situazioni particolari, possono essere utilizzati per correre. Il Clerk of the Course ne deve dare comunicazione il prima possibile per fare in modo che anche gli abitanti dell’isola vengano avvisati per tempo.
E veniamo al nodo cruciale della questione. TT e Classic TT si svolgono, come le altre road races, su strade normalmente aperte al pubblico, che vengono chiuse al traffico per l’occasione. Ma se per le altre corse su strada si parla di anelli di pochi chilometri, il Mountain Course dell’isola di Man occupa ben 37.73 miglia, ovvero 60.7 km, dalla cittadina di Douglas fino alla strada che va verso Peel, poi su verso Kirk Michael e poi Ramsey, dal Mountain fino a tornare a Douglas. Chi abita all’interno del tracciato, idilliaco agli occhi di uno spettatore, è ovviamente molto influenzato da questi eventi e dagli orari di chiusura delle strade, dovendo riprogrammare la propria quotidianità e cercare comunque di andare al lavoro, portare i figli a scuola, poter accedere ai soliti servizi senza troppo caos.
Sono solo quattro settimane all’anno, risponderemmo noi appassionati, si può anche sopportare qualche disagio, soprattutto se porta business… Perchè TT e Classic TT attirano ogni anno migliaia di spettatori all’isola di Man e portano senz’altro molto denaro. Ma non di certo a tutti gli abitanti.
Ed è abbastanza sconcertante sapere che un gran numero di loro non ama il TT. Lo sapete che il governo dell’isola di Man svolge consultazioni pubbliche con i cittadini per conoscere la loro opinione in merito al programma di gare del TT? Lo sapete che la maggioranza degli abitanti si è detta contraria ai “contingency days”, si è detta contraria all’allungamento della settimana di gare, si è detta contraria all’allungamento degli orari di chiusura delle strade per prove e gare?
Ecco perchè a volte è così difficile cambiare orari nel programma, o sfruttare momenti diversi della giornata non precedentemente pianificati.
Ma non è l’unico motivo che porta a decisioni apparentemente “sbagliate”, e qui veniamo al secondo tema. Per correre sul Mountain Course servono circa 500 marshal disposti lungo il tracciato, per garantire la massima sicurezza possibile. Non tutti i marshal devono sostenere dei corsi per diventarlo, ma tutti quanti sono volontari. Prestano servizio per il puro piacere di farlo, per la passione verso le corse, ma non ricevono in cambio nemmeno un centesimo. E questi volontari devono ovviamente fare i conti con le loro finanze e le loro ferie e capita che ci siano giorni in cui al fatidico numero 500 non si riesce ad arrivare. Capita anche che, per rientrare a casa, la maggioranza dei marshal prenoti il traghetto o il volo di ritorno subito dopo le gare, da programma. Ed è ciò che è successo ieri.
La cancellazione del Senior Classic TT di venerdì 29 agosto ha certamente a che fare con il maltempo, perchè dopo le gare Historic Senior e Historic Junior uno scroscio di pioggia ha bloccato tutto e si è dovuto attendere che le strade si asciugassero (nel frattempo, per intrattenere gli spettatori è partito uno dei tanto criticati Parade Laps). L’attesa, però, ha portato il programma fuori orario e si sarebbe reso necessario l’uso di una “contingency session”, una sessione aggiuntiva prevista per il venerdì sera in caso di necessità. Ma alle ore 15.30 locali il Clerk of the Course Gary Thompson ha annunciato che la sessione non si sarebbe svolta e che il Classic TT 2025 sarebbe finito lì, con la cancellazione della gara più attesa.
Puntuali come sempre, sono subito piovute le solite critiche e proposte improvvisate, soprattutto sui social. “Il tracciato si è asciugato subito”, “non era così bagnato”, “le strade si erano asciugate, si sarebbe potuto correre”, e così via. La verità, però, è che il meteo avrebbe anche permesso l’utilizzo della sessione aggiuntiva serale, ma purtroppo un gran numero di marshal aveva dovuto abbandonare le proprie postazioni per rientrare a casa. Niente marshal, niente gare.
Su vari siti inglesi, nei giorni scorsi, si trovavano proprio appelli per la ricerca di volontari. E capita spesso di vedere molti piloti indossare la pettorina arancione per dare una mano, come hanno fatto Paul Jordan e Indi Dokoupil all’inizio del Manx Grand Prix la settimana scorsa. Quella dei marshal è una questione spesso spinosa, ma di fondamentale importanza.
In conclusione, credo che sia necessario sempre fermarsi un attimo a riflettere e capire, prima di criticare. Sicuramente spendere soldi per andare a vedere una gara che poi non si svolge fa arrabbiare, tanto più che il viaggio all’isola di Man non è per niente economico. Sicuramente gli organizzatori di TT e Classic TT (che sono gli stessi) non sono impeccabili e ci sono sempre margini di miglioramento. Ma non dobbiamo dimenticarci che non sono sprovveduti e sono persone a capo di uno dei maggior eventi motoristici al mondo, e anche uno dei più complicati da gestire.
Personalmente, sono sicura che le decisioni prese abbiano sempre forti motivazioni alle spalle, che non vengano prese alla leggera o necessariamente per qualche interesse nascosto. E a volte sono motivazioni che dal divano di casa, ma spesso anche dal paddock, non possono essere pienamente comprese perché non conosciamo ciò che avviene davvero dietro le quinte.
Complimenti, Marta – seguo il motorsport da più di 50 anni, e raramente ho trovato una lettura pacata ma incisiva nei commenti su argomenti estremamente delicati come quelli da te ben evidenziati in questo articolo.