Era dal 1999 che non accadeva, dai tempi di Roberto Patrignani, Franco Martinel e Giorgio Quaranta (sì, c’era anche William Cavazzini che purtroppo non riuscì a qualificarsi).
A distanza di 17 anni il plotone del nostro Paese torna ad essere folto all’Isola di Man: al Tourist Trophy
2016, infatti, avremo ben tre piloti italiani, tre piloti con esperienze e personalità del tutto diverse, tre piloti che porteranno il tricolore sul Mountain Course. Poco importa con quale ordine e risultato: loro ci saranno e sappiamo bene che esserci, al TT, è già un’immensa vittoria.
I nostri tre portacolori quest’anno saranno Stefano Bonetti, Marco Pagani e Alessandro Polita, tre nomi che gusteremo ascoltando Manx Radio, tenendo d’occhio il live timing e, per i più fortunati, vedendoli sfrecciare di persona lungo i 60,7 km dello Snaefell Mountain Course dal 28 maggio al 10 giugno.
Partiamo dal veterano “Bonny”, che affronta quest’anno il suo undicesimo TT, sempre detentore del record di velocità per un italiano all’Isola di Man, avendo girato alla media di 125.2 mph nel 2014 (e italiano più veloce di sempre anche alla North West 200). Decisamente più sfortunato il TT 2015 per il trentanovenne bergamasco, costretto al ritiro in due su tre gare disputate per ripetute noie tecniche. Per ovviare agli inconvenienti, Stefano Bonetti punta quest’anno su una nuova moto per le categorie Senior, Superbike e Superstock. Potrebbe esserci per lui anche un’altra piccola sorpresa, che verrà ufficializzata a tempo debito.
Terza volta all’Isola di Man, invece, per Marco Pagani: il trentaquattrenne bresciano affronta il suo secondo Tourist Trophy in carriera dopo aver esordito nel 2014 al Manx GP ed aver siglato il miglior tempo di sempre per un italiano girando in 117.295 mph di media con una ZX-6R. Il passaggio al TT l’anno successivo nelle classi 1000, anche per “Phagaci” poco fortunato: ritiratosi per problemi tecnici in due gare su tre disputate, Pagani riesce comunque a fermare il cronometro alla media di 121.5 mph, che lo rende l’italiano debuttante al TT più veloce di sempre.
Un Bonetti ed un Pagani dunque in cerca di riscatto, che saranno affiancati a giugno da un newcomer di assoluto spessore, Alex Polita. Se la prassi ultimamente prevede che gli esordienti sul Mountain Course facciano prima un po’ di gavetta al Manx GP di agosto (sullo stesso identico tracciato di 37,73 miglia del Tourist Trophy), non manca qualche eccezione: piloti con un buon palmarès possono essere direttamente accettati al TT, come accaduto in tempi recenti per Joshua Brookes, Peter Hickman o Danny Webb. E’ il caso ora del nostro Alex Polita, talentuosissimo trentunenne di Jesi, campione del mondo Superstock 1000 nel 2006, poi passato a Mondiale Superbike, Supersport, British Superbike Championship nel 2012 e Campionato Italiano Velocità.
Tre prestazioni tutte da assaporare quelle dei nostri italiani, che abbiamo contattato per una veloce chiacchierata nel bel mezzo dei preparativi per il TT. Di seguito quindi le parole di Marco Pagani e Alex Polita. Stefano Bonetti non si è purtroppo reso disponibile per questa intervista.
Finalmente è ufficiale, siete stati accettati al Tourist Trophy 2016, anche se forse per voi era più che altro una formalità dato il buon tempo di Pagani al TT 2015 e la calorosa accoglienza degli organizzatori verso un newcomer del calibro di Polita. In quali categorie correrete e con quali moto?
PAGANI – Sono molto felice di essere stato accettato nuovamente al TT e comunque mai dare niente per scontato… Quest’anno correrò ancora nelle categorie Superstock, Superbike e Senior TT. Sarò sempre con BMW ma ho una nuova moto 2016, dopo aver finalmente venduto quella che ho utilizzato al TT l’anno scorso (una S1000RR del 2011) e che mi ha dato tanti problemi. Quest’anno cambia il nome del Team, che sarà Franciacorta Corse by RMS; cambiano anche alcune persone nella squadra e ci avvarremo della competenza di nuovi e bravi tecnici.

Alex Polita (foto: Marco Benedetti)
POLITA – Sì, sono stupito dall’accoglienza degli organizzatori, ci tengono molto a me e mi hanno già invitato più volte sull’isola di Man. Per me è tutta una novità e credo che un po’ di nervosismo sia comprensibile. Mi affaccio ad un mondo che non è assolutamente il mio, ma che mi abbia affascinato già solo l’isola non posso negarlo. Di solito quando devo viaggiare per correre non vedo l’ora di tornare a casa, ho una sorta di attaccamento romantico alla mia terra, ma questa volta invece mi è venuta la malinconia lasciando l’isola di Man. Al TT correrò nelle tre categorie 1000cc con BMW (Superbike, Superstock, Senior TT) ma, a differenza di quanto annunciato tempo fa, per il Team è ancora un “work in progress”. Vediamo.
Come vi state preparando a questa avventura così unica, dal punto di vista fisico e mentale?
PAGANI – Fisicamente sono molto indietro come al solito, quest’estate ho subito un’operazione al ginocchio che tarda a sistemarsi completamente, complice il fatto che ho dovuto rientrare subito al lavoro e non sono potuto stare fermo il giusto tempo. Inoltre, gestendo tutto da solo dopo il lavoro vero, ho sempre pochissimo tempo per fare qualsiasi cosa, anche per allenarmi. Spero in questi ultimi mesi prima del TT di ricominciare un po’ a correre. Dal punto di vista mentale, invece, il ripasso del tracciato è sempre molto importante: guardo onboard, confronto quello che ho fatto io con quello che fa chi va più forte.
POLITA – Ho la fortuna che gli organizzatori mi stanno dando una mano. Richard “Milky” Quayle mi ha fornito una marea di dvd, appunti, dati. Sicuramente sperano che io faccia bene. Per quanto riguarda l’allenamento, vado avanti come ho sempre fatto con il mio preparatore atletico. Ho la fortuna poi che la mia ragazza Eva mi è vicina in tutto e per tutto, mi aiuta a gestire certi aspetti assieme alle mie manager Silvia e Silvia, insomma mi sento tranquillo sotto tutti i punti di vista.
Qual è il vostro obiettivo per questo Tourist Trophy?

Marco Pagani (foto: Denis Pian)
PAGANI – L’obiettivo principale deve essere innanzitutto il divertimento, perchè la guida deve portare piacere. L’esperienza dell’anno scorso è stata molto dura, ho avuto anche parecchi problemi che non sono emersi “pubblicamente” e i risultati ne hanno pagato le conseguenze, non concludendo due gare su tre. Complice il maltempo e questi problemi, ho percorso solo 1100km su 2000km disponibili, quindi tanta esperienza possibile è andata persa. Quest’anno mi auguro per tutti che le condizioni meteo siano migliori e soprattutto che non venga la bufera dello scorso anno che ci ha persino rotto il gazebo; quindi spero di poter fare tutti i km a disposizione per cercare di portare a casa la media che sento di poter ottenere. Spero di trovarmi bene con la moto nuova e di fare un bel lavoro.
POLITA – Inizialmente avevo solo l’idea di fare una bellissima esperienza. Ma quando sono arrivato la prima volta sull’isola sono rimasto sì impressionato, ma non così tanto. Il tracciato non mi ha spaventato, credo di aver fatto cose “peggiori” nella mia vita. Poi certamente un conto è farlo in macchina con “Milky”, un conto da soli ad elevate velocità. Ma so per esperienza che l’appetito vien mangiando, quindi spererei di non stare troppo distante da Marco e Stefano, poi vediamo. Tecnicamente come stile di guida è una gara che potrebbe cucirmisi addosso negli anni. Il primo anno la prenderemo con le molle, cercando di imparare bene il tracciato. Non nego comunque che vorrei non essere troppo distante dai primi. Se guardiamo le prestazioni di Brookes al primo anno, non vorrei peccare di presunzione dicendo addirittura che vorrei stare entro i primi 15.
Come vedete la presenza di ben tre italiani al TT? Era da tempo che non succedeva. Segno di un crescente interesse in questa storica gara?
PAGANI – Di sicuro c’è un rinato interesse per il TT, basti pensare che sempre più giornali sono tornati a parlarne mentre prima era praticamente un tabu’; hanno forse capito che oggi vende di più una notizia sul TT che le solite storie della MotoGP. Ci sono anche sempre più iscritti al TT e una maggior selezione, ma nel calderone arriva anche gente che non c’entra nulla: per il business degli organizzatori è un bene, per i veri appassionati forse sarebbe meglio che la cosa rimanesse di nicchia e non venisse intaccata dalle leggi del commercio e delle vendite. Personalmente sono contento della presenza di 3 italiani al TT, ognuno con i propri obiettivi. Quest’anno abbiamo il debutto di Polita, un talento a livello mondiale che tra noi 3 sarà colui che dovrà stupire maggiormente il pubblico dato il suo grande palmarès. E’ un pilota che può puntare al record assoluto dei newcomers strappandolo a Peter Hickman!
POLITA – Sicuramente l’anima del motociclismo arriva proprio dalle road races. Purtroppo poi negli anni si è perso il vero scopo delle corse, che non è quanto sia bello e lustro il bilico o quanto sia grande l’hospitality, ma quanta passione ci sia. Purtroppo in Italia funziona tutto al rovescio. E forse molti piloti si stanno finalmente accorgendo di altre realtà.
Il TT è sicuramente un grosso impegno anche dal punto di vista economico. Voi che avete un background di gare in pista siete stati agevolati nella ricerca di sponsor in questa nuova avventura?

Stefano Bonetti (foto: Giulia Zanella)
PAGANI – Dopo 2 anni all’isola di Man posso dire di essere un po’ più agevolato. Solo l’anno scorso ho tentato di chiedere aiuto alla gente comune, cosa che non avevo fatto per il Manx GP perché in questo ambiente non ero nessuno; dopo aver dimostrato un buon potenziale ho pensato di chiedere aiuto alla gente per affrontare il primo TT, di certo molto più costoso del Manx e la risposta è stata oltre ogni mia aspettativa. In questi due anni l’interesse e gli aiuti sono cresciuti e di questo sono molto grato a tutti coloro che mi seguono. Discorso minore per i partner tecnici, molti dei quali collaboravano già con me durante le mie gare in pista; il loro numero è comunque cresciuto, intraprendendo una sfida in un ambiente magari nuovo anche per loro come le road races, dalle quali traggono al giorno d’oggi un buon ritorno d’immagine.
POLITA – Dal punto di vista economico l’avventura del TT non ha risvegliato alcun interesse, piuttosto ha risvegliato interesse nella mia figura. Per la raccolta sponsor stiamo lavorando a testa bassa da mesi, diciamo che non siamo messi nella merda fino al collo ma siamo soltanto messi nella merda!
Quali altre gare avete in programma quest’anno?
PAGANI – Quest’anno, come nel 2014 e 2013, l’obiettivo è il debutto all’Ulster GP. Nel 2013 non ci sono riuscito per concomitanze con il Manx, l’anno scorso perché sono stato operato al ginocchio, finalmente questo potrebbe essere l’anno buono. Ad inizio agosto quindi vorrei esordire all’Ulster GP in Irlanda del Nord, sempre con il mio BMW, e poi il grande progetto sarebbe quello di traghettare e viaggiare direttamente verso la Finlandia per partecipare alla gara di Imatra, storica corsa reintrodotta quest’anno come tappa dell’IRRC. Una gara che mi affascina moltissimo. Poi sarebbe bello andare anche a Macao ma questa è una cosa a parte, serve un invito degli organizzatori per parteciparvi.
POLITA – Quest’anno oltre al Tourist Trophy farò il CIV con il Team Tutapista, su BMW. Sono inoltre in trattativa con un team, sempre BMW, per il mondiale Endurance.
In bocca al lupo a tutti!




Se i nostri piloti avessero un adeguata sponsorizzazione e moto adeguate, ne vedremmo delle belle.
Mi auguro che sdia così di tutto cuore.