Scarborough, questo weekend si corre la Cock o’ the North

Concluso il “main event” della stagione road racing, il Tourist Trophy, è tempo di tornare in “strada” con le più piccole National road races e l’onore di ricevere il testimone dal TT spetta quest’anno alla Cock o’ the North

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(foto: Auto66 Racing)

Tradizionale corsa su strada che si svolge sulla collina dell’Oliver’s Mount, ultimo baluardo road racing in Inghilterra, la Cock o’ the North è il secondo appuntamento annuale di Scarborough (nel North Yorkshire), dopo la Spring Cup di aprile e prima del Barry Sheene Festival e della più famosa Gold Cup di settembre.

Un tracciato stretto ma fantastico di 2.43 miglia arroccato sulla collina che si affaccia sul mare del Nord, ricco di punti spettacolari, salti, rampini, dove gli spettatori possono agevolmente spostarsi lungo vari punti del circuito e poi godere, la sera, dei tanti intrattenimenti della cittadina inglese.

L’Auto 66 Club ha richiamato come ogni anno parecchi nomi noti delle due e tre ruote, nonostante questo non sia l’evento di punta dell’Oliver’s Mount. Ci saranno il mattatore degli ultimi anni Dean Harrison (che dalla sua casa di Bradford a Scarborough fa davvero poca strada) su Kawasaki Silicone Engineering, il connazionale Ivan Lintin (Kawasaki RC Express), e poi James Cowton, Jamie Coward, Daley Mathison, Craig Neve, il best newcomer al TT Adam McLean, l’altro esordiente Joe Thompson, il veterano Davy Morgan, i “local men” Mick e Mark Goodings, Rhys Hardisty, Mike Norbury e tanti altri. Tra i sidecar troveremo invece i mannesi Dave Molyneux e Dan Sayle, padre e figlio Steve e Matty Ramsden, Conrad Harrison (padre di Dean) e Andy Winkle.

Il programma prevede prove e gare (ben 21 in totale) sia nella giornata di sabato 24 che di domenica 25 giugno:

SABATO

Prove 9.00 – 12.45

Gare 13.30 – 18.00

 

DOMENICA

Prove 9.00 – 10.15

Gare 11.00 – 17.30

 

 

Il tracciato – Il percorso dell’Oliver’s Mount, lungo 3.88 chilometri, gira in senso antiorario e presenta tanto curvoni veloci e aperti quanto curve a gomito da prima marcia. Si parte dal brevissimo rettilineo del paddock per infilarsi subito nel primo vero scar mapimbuto del circuito, il “rampino” a sinistra noto come Mere Hairpin, dal quale vengono scattate le foto classiche dell’evento e teatro nel 2013 di una memorabile “carambola”. La sua conformazione e la scalata verso la collina successiva richiamano vagamente il Ramsey Hairpin dell’Isola di Man. Sequenza di marce l’una dopo l’altra per affrontare la salita di Sheene’s Rise che porta alla cima di Quarry Hill, dove inizia il tratto guidato delle Esses (ora Grant’s), un destra-sinistra veloce e molto stretto.

Uscire bene dalla Grant’s è fondamentale per lanciarsi lungo lo strettissimo rettilineo noto come Back Straight, estremamente sconnesso e costeggiato da cespugli. Al termine del rettilineo, nuova scalata per affrontare il secondo tratto guidato dell’Oliver’s Mount, quello dove si trova il Memorial: sinistra, leggera destra e nuovamente sinistra per lanciarsi verso il breve allungo che porta alla seconda curva a gomito, la destrorsa Drury’s Hairpin.

Quest’ultima coincide anche con l’inizio della sezione discendente del circuito. Ci si lascia alle spalle la collina e si affronta il tratto rettilineo e boscoso verso il Mountainside Hairpin, a sinistra, una delle ultime chance per attaccare gli avversari prima del traguardo. La sezione che segue è roba da incorniciare, la quintessenza delle road races: accelerazione dall’Hairpin e dentro tutte le marce affrontando il Jefferies Jump, un terrificante scollinamento in curva dove le moto si dimenano tra impennate e salti, altro luogo prediletto dai fotografi. Segue Weaponness Lane e il Bottom Straight, rettilineo situato al di sotto della zona del traguardo, per poi affrontare l’ultima “esse” nota come Farm Bends, un sinistra-destra in salita che riporta sul breve rettilineo principale.

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