TT Zero – La nuova Mugen Hachi con McGuinness e Rutter

E’ stata presentata al 46° Motorcycle Show di Tokyo la nuova moto elettrica di Casa Mugen che prenderà parte al Tourist Trophy 2019; o, per meglio dire, la candidata indiscussa e ormai scontata alla vittoria del TT Zero

Sono ormai anni che la Casa giapponese, dopo enormi sforzi economici per lo sviluppo delle Shinden, domina la gara delle elettriche all’Isola di Man. Ma prima di concentrarci sulla nuova creazione Mugen, ecco un po’ di storia.

Il TT ZERO

Se la classe elettrica è presente all’Isola di Man dal 2010 (con un evento test nel 2009 chiamato TTXGP), la nipponica Mugen è approdata al Tourist Trophy solo nel 2012, facendo registrare un impressionante crescendo di risultati negli anni a venire e siglando una doppietta  McGuinness-Anstey sia nel 2014 che nel 2015. Alla prima apparizione il TT Zero fu vinto dall’americano Mark Miller su Moto Czysz, mezzo dall’evidente superiorità rispetto ai più “acerbi” concorrenti: Miller rifilò ben 2 minuti a Rob Barber, secondo classificato. Nel 2011 l’americano non riuscì a replicare, avendo come compagno di squadra nientemeno che Michael Rutter, che si aggiudicò la seconda edizione nella storia del TT Zero. Doppietta di Moto Czysz, che dal 2012 dovette però fare i conti con una new entry, un concorrente che avrebbe potuto dare filo da torcere: Mugen Shinden fece il suo esordio tra le elettriche al Tourist Trophy con John McGuinness, che riuscì a piazzarsi al secondo posto dietro a Rutter e davanti a Miller.

Il dominio di “The Blade” Michael Rutter proseguì anche nel 2013, quando Moto Czysz si aggiudicò la quarta vittoria consecutiva in 4 anni di gare. Alle spalle di Rutter ancora John McGuinness su Mugen, che avrebbe poi dominato le edizioni successive.  Impressionante l’avanzamento tecnologico nella categoria delle elettriche: dal picco di 96.82 mph di media nel 2010 si è passati alle 109.675 mph nel 2013 fino alle 119.279 mph fatte segnare nel 2015 da McGuinness (ovviamente con partenza da fermo, trattandosi di un solo giro di gara).”McPint” fu rallentato però da un problema nel 2016, consegnando la vittoria al compagno di squadra Anstey. Il 2017 ha visto un cambio di lineup forzato, con Guy Martin ad affiancare McGuinness; Mugen diede il benservito ad Anstey, che però fu prontamente richiamato dopo il forfait di “McPint” a causa dell’incidente alla North West. Il TT Zero 2017 ha visto la vittoria proprio del “Kiwi” (con Guy secondo) con un giro a 117.7 mph. Infine, il 2018 ha segnato l’agognato abbattimento del “muro” delle 120mph, con Rutter vincitore sempre su Mugen alla media di 121.824 mph! Secondo posto a sorpresa per un progetto universitario con sede a Nottingham, con l’elettrica guidata dall’inglese Daley Mathison anch’egli sotto al precedente record con un 119.294; terzo posto per Lee Johnston a sole 105.566 mph, fermatosi al Bungalow per degli aggiustamenti, ripartito e arrivato a podio con la sua Mugen; quarto James Cowton (Brunel), quinto Adam Chad (Energica).

Un sfida ad armi totalmente impari quella del TT Zero, categoria che vede da sempre meno di 10 partecipanti al via (talvolta meno di 5), terreno di scontro tra un colosso come Mugen (Honda) e progetti ben più modesti spesso di stampo universitario. Persino il nostro Carlo Gelmi, Team manager lecchese, si stancò di questa situazione e rinunciò a far correre la sua R6E Vercar Moto all’Isola di Man. Nel tempo, poi, sono andati persi progetti come Moto Czysz (dopo la scomparsa del proprietario Michael), Victory (dopo la chiusura del marchio da parte del colosso proprietario Polaris) ed ora anche Sarolea (per progetti concomitanti). Rimangono dunque, oltre al colosso Mugen che ci investe milioni di sterline, solo piccole realtà universitarie.

 

SHINDEN HACHI

Se per il TT 2018 Mugen aveva previsto tre moto da affidare a McGuinness, Anstey e Johnston, a ridosso dell’evento la Casa si era trovata a dover chiamare Rutter come sostituto a causa del forfait per infortunio di McGuinness e per malattia di Anstey. Dopo l’ennesimo trionfo, Michael Rutter viene riconfermato parte del Team per il TT Zero 2019 e al suo fianco ci sarà proprio il rientrante John McGuinness.

“The Blade” Rutter porta con sé il fidato sponsor birraio e la squadra si chiamerà Team Bathams Mugen.

Il mezzo, tuttavia, non è all’apparenza molto diverso dal precedente: la nuova Shinden Hachi è esteticamente identica alla Nana, fatta eccezione per la presa d’aria centrale sul muso che lascia spazio a due prese d’aria laterali. Telaio monoscocca in fibra di carbonio, batterie al litio, stesse dimensioni delle ultime tre generazioni (Go, Roku e Nana) e un peso di 248 kg.

Non ci resta che aspettare giugno per scoprire se l’Università di Nottingham saprà dare del filo da torcere alla nuova Mugen Shinden Hachi. Che già parte avvantaggiata, con il proprio nome, Hachi, che in giapponese significa “otto”, un numero beneaugurante. Non che Mugen ne abbia bisogno…

 

 

 

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