Prima giornata di gare all’Isola di Man archiviata in modo eccellente, con gare favolose e nuovi record che passeranno alla storia. Davey Todd, Michael Dunlop, Dean Harrison, James Hillier e i fratelli Crowe sono stati gli assoluti protagonisti di questo primo giorno della settimana di gare del Tourist Trophy.
SUPERBIKE RACE
Scatta alle ore 12.00 locali la RST Superbike Race, ridotta a 4 giri a causa del programma serrato di quest’oggi. Apre le danze il veterano John McGuinness, con il numero 1 sul cupolino della sua Honda Racing, seguito dall’australiano Davo Johnson, da Dean Harrison, da James Hillier che scatta quarto con il numero 5 sulle carene a causa dell’assenza di Jamie Coward (infortunatosi alla North West 200). Dietro di lui Michael Dunlop con il fidato numero 6, poi Josh Brookes, Davey Todd, Mike Browne, Conor Cummins e Ian Hutchinson.
Se in qualifica Dean Harrison aveva dato prova di essere in gran forma, qualche dubbio sul fatto che Todd e Dunlop non avessero forzato troppo c’era stato. E la conferma arriva già al primo intertempo di Glen Helen, con Davey Todd davanti a Deano per soli 4 decimi. Dopo aver scavalcato Johnson e il compagno di squadra McGuinness, Harrison si trova primo sul tracciato già a Ramsey, ma al Bungalow il cronometro segna un +7 per Todd, ormai atteso in quella curva a sinistra prima delle rotaie per la sua piega da “gomito a terra”. Sì, nelle road races…
Nella seconda parte del primo passaggio, Harrison viene scavalcato in classifica anche da Michael Dunlop che, complice un pit stop lento del Team 8Ten Racing al termine del secondo giro, rosicchia il margine di Todd fino a portarsi a +1 dall’inglese a Glen Helen. La lotta, da questo momento in poi, è tutta tra Todd e Dunlop, con Harrison definitivamente fuori dai giochi a oltre 20 secondi di distacco. Si preannuncia un ultimo giro davvero esaltante, che non deluderà le aspettative: a Glen Helen Todd ha un margine di soli 2 decimi sulla BMW Rockit di Dunlop, ma nel tratto di Rhencullen Michael deve occuparsi del sorpasso ai danni di Harrison, trovandosi a +2.2 a Ballaugh Bridge; a Ramsey il distacco scende a +1.9, risale a +2.2 al Bungalow e da qui in avanti, con fiato sospeso, si scende lungo il Mountain fino alla bandiera a scacchi di Glencrutchery Road, che sancisce il trionfo di Davey Todd su BMW M1000RR 8Ten Racing, solamente per 1 secondo e 2 decimi su Michael Dunlop dopo oltre 240 km di gara. Pazzesco. Completa il podio Dean Harrison su Honda Racing, addirittura a 45 secondi di distacco.
Si tratta della terza vittoria in carriera al TT per il giovane Davey Todd, che nelle interviste post-gara dichiara di non essere mai stato così nervoso a causa delle condizioni del tracciato che sono state difficili e imprevedibili per tutta la settimana; inoltre, afferma che la moto si è inaspettatamente spenta subito dopo il traguardo…
Nonostante i problemi alla gomma posteriore, Michael ha segnato il miglior giro di gara alla media di 135.416 mph sulla BMW Rockit, una M1000RR “full-spec Superbike” contro la “ibrida” di Todd, che ha optato per una moto in configurazione Stock ma con motore Superbike.
Ottimo quarto posto per il mannese Nathan Harrison (H&H Honda), che entra ufficialmente nel club delle 131 mph. Quinto l’australiano Davo Johnson, poi James Hillier, John McGuinness al settimo posto, Josh Brookes, Michael Evans e Paul Jordan. Stefano Bonetti chiude in 22^ posizione e racconta di aver avuto qualche problema con le carene, con un lungo al Creg-ny-Baa e con un “incontro ravvicinato” con un volatile; nonostante tutto questo, il Bonny ha chiuso un quarto giro a 125.4 mph di media. Ottimo 27° posto per Maurizio Bottalico, al suo esordio sul Mountain Course con le 1000cc, con un best lap a 124 miglia orarie di media nonostante alcuni problemi alle sospensioni. Non ha preso parte alla gara Andrea Majola, complici i troppi problemi alla R1 del team nordirlandese Parker Racing.
Segnaliamo la caduta del newcomer neozelandese Mitch Rees al Ramsey Hairpin, senza conseguenze se non l’amarezza di non aver portato a termine la gara nonostante un 123 mph fatto segnare già in qualifica (il primo giro più veloce di sempre per un esordiente). Caduta a Joey’s anche per Shaun Anderson, uno dei privati più talentuosi e meno considerati nel paddock; costretti al ritiro, invece, Conor Cummins, Mike Browne, Ian Hutchinson, Dom Herbertson e Phil Crowe.
SIDECAR
Dopo le celebrazioni è il turno dei sidecar, categoria che vede già dallo scorso anno l’assenza dei recordmen Ben e Tom Birchall, o meglio, vede in gara solo il fratello maggiore Ben con nuovi passeggeri, mentre Tom ha appeso il casco al chiodo pur rimanendo nel paddock nelle vesti di commentatore di TT+. Assente anche il pluricampione del mondo Tim Reeves, costretto a saltare il TT all’ultimo istante a causa della rinuncia da parte di un grosso sponsor. Non prendono parte alla gara nemmeno Peter Founds e Jevan Walsmley, infortunati dopo l’incidente di ieri in qualifica a Rhencullen. E’ dunque strada assolutamente spianata per la nuova generazione, i due nuovi fenomeni delle tre ruote, i fratelli Ryan e Callum Crowe, mannesi, figli dell’ex sidecarista Nick Crowe (costretto ora in sedia a rotelle a causa di un incidente al TT provocato da una lepre che gli attraversò la strada).
In tutta onestà, anche con una line-up completa i fratelli Crowe non avrebbero probabilmente avuto rivali: in questa gara da 3 giri hanno dominato dall’inizio alla fine, tagliando il traguardo con oltre 1 minuto e 17 secondi di vantaggio su Ben Birchall e Patrick Rosney. Completano il podio Lee Crawford e il passeggero newcomer Scott Hardie. Ottimo sesto posto all’esordio per George Holden (in coppia con Mark Wilkes), figlio dello storico pilota sidecar John. Infine, 18^ piazza per l’equipaggio tutto femminile composto da Maria Costello e Alice Smith.
SUPERSPORT
Ultima gara di giornata è quella dedicata alle Supersport, con 3 giri previsti e il pit stop obbligatorio al termine del primo passaggio. Questa volta è Paul Jordan (Honda Jackson) a ricoprire il ruolo di apripista con il numero 1, seguito da Davo Johnson, Dean Harrison, James Hillier, Michael Dunlop, Josh Brookes, Davey Todd, Mike Browne, Conor Cummins e Ian Hutchinson.
Anche in questo caso gli occhi sono puntati sui soliti tre favoriti (Harrison, Dunlop, Todd), ma al primo intertempo di Glen Helen, dopo la Honda di Deano e la Milwaukee Panigale V2 di Michael a +3, ecco inserirsi a sorpresa James Hillier, in sella alla verdissima Kawasaki Bournemouth (sella trovata solo poco prima del TT, a causa della rinuncia del Team WTF).
“Solo” quarto Davey Todd che, se inizialmente sembrava poter insidiare Hillier, non sarà mai realmente della partita; la sua Honda Padgett’s con inedita livrea azzurra non riuscirà a ricucire il distacco con “Jimbo” e, anzi, rimarrà invischiata in un trenino con Josh Brookes che, dopo essere stato superato da Todd nel secondo giro, lo ha seguito in scia fino al traguardo. Situazione che Todd non ha mancato di sottolineare nell’intervista post-gara.
Ma torniamo al primo giro: con un vantaggio che si estende a +5 a Ramsey e a +7 al Grandstand prima del pit stop, questa Supersport Race sembra finalmente delinearsi in favore di Dean Harrison. Ma il secondo passaggio vede il gap di Dunlop sul neo-manx assottigliarsi sempre di più: +6 a Glen Helen, +3.5 al Bungalow, +2.9 al Grandstand, +0.8 a Glen Helen all’ultimo giro. Finchè a Ballaugh Bridge passa in testa Michael Dunlop con un solo decimo di vantaggio, che diventano 3 secondi a Ramsey, 6 secondi al Bungalow e, infine, 10 secondi alla bandiera a scacchi.
Michael centra la sua trentesima vittoria al Tourist Trophy (sembra ieri che si indicava Joey Dunlop come inarrivabile re del TT con 26 trionfi). Dunlop porta alla vittoria al TT la Ducati dopo 30 anni dall’ultimo trionfo, che avvenne nel 1995 con Rob Holden. Ed è inoltre il settimo marchio con cui Michael vince all’isola di Man (Ducati, Honda, Kawasaki, Suzuki, BMW, Yamaha, Paton). Un trionfo assoluto, con un ultimo giro a 130.313 mph, riaffermandosi unico pilota insieme a Peter Hickman ad essere andato oltre le 130 con una Supersport.
Secondo posto per Dean Harrison su Honda Racing, terzo posto per l’acclamatissimo “gentleman of the paddock” James Hillier (Kawasaki Bournemouth). Seguono Davey Todd, Josh Brookes, Rob Hodson, James Hind, Dom Herbertson, Ian Hutchinson e Conor Cummins.
Appuntamento a domani con le gare Superstock (ore 10.45 locali) e Supertwin (ore 14.00).







