Per chi mastica un po’ di storia del CIV e dei principali trofei italiani in pista, il nome di Maurizio Bottalico non è certo nuovo.
Classe 1981, napoletano, Maurizio è pilota e istruttore per la sua scuola “Guidare e Pilotare Moto”, ma quest’anno la pista lascerà il posto alla strada.
Il prossimo agosto Maurizio Bottalico sarà uno dei quattro italiani che faranno il loro esordio sul “sacro suolo” dell’Isola di Man nell’evento “fratello del TT”, il Manx Grand Prix.
Stesso tracciato e stesse difficoltà del più famoso Tourist Trophy, il Manx GP è ormai una sorta di accesso al TT per i piloti più meritevoli e quest’anno gli italiani hanno tutte le carte in regola per brillare.
Reduce da una serie di wild-card nel Campionato Italiano Velocità e nella Coppa Italia nel 2016, Bottalico vanta in carriera una grande esperienza nel CIV e persino nell’Europeo Superstock 1000.
Ma adesso, la svolta. E il sogno Isola di Man è davvero vicinissimo: dal 19 agosto all’1 settembre Maurizio Bottalico sarà impegnato sul Mountain Course nelle classi Newcomers A e Senior Manx GP!
Maurizio, come mai la volontà di correre all’Isola di Man da parte di un pilota che è l’emblema delle gare in pista?
L’Isola di Man è un sogno che ho dal 2004-2005, ma correndo in pista nessun team mi aveva mai dato la possibilità di partecipare a questa gara estremamente pericolosa. Quest’anno però ho sentito un richiamo, mi sono detto che dovevo prendere un anno sabbatico dalle gare in pista e portare avanti questo progetto che ho dentro da tanto tempo.
Come ti stai preparando fisicamente e soprattutto mentalmente per il Manx Grand Prix?
Mentalmente sento di essere cambiato in meglio, mi sto godendo questa esperienza. Per me la gara sarà l’ultima cosa, mi sto vivendo tutto passo passo da quando ho iniziato a rendere concreto questo sogno, cercando di essere tranquillo e sereno per vivere tutto al meglio. Fisicamente sto cercando di fare lo stesso lavoro che facevo per le gare in pista, con l’unica differenza che quando mi alleno in moto cerco di fare run più lunghi, passare più tempo in sella per prepararmi ad una gara così lunga e impegnativa.
Quale metodo stai usando per imparare un tracciato di oltre 60 km?
Sto usando molto il gioco del TT alla PlayStation, come mi è stato consigliato!
Quali sono i tuoi obiettivi al Manx? Punti a fare bene per poter magari accedere al TT 2018 o per te conta l’esperienza in sé, esserci almeno una volta nella vita?
No, assolutamente. Se ho iniziato questo percorso è perché non voglio essere solo una presenza. Vedo il TT nella mia immaginazione. Sicuramente però non ho nessun tipo di aspettativa al Manx GP a livello di risultato, voglio fare bene e dare il mio 101% indipendentemente dal risultato finale, ma ovviamente facendolo con tanta consapevolezza perché questa non è la pista, è una gara in cui difficilmente ti puoi permettere un errore. Devo essere tanto concentrato su quello che andrò a fare.
Hai partecipato il mese scorso ad uno dei weekend dedicati ai newcomers sull’Isola di Man, per prendere confidenza con il tracciato e fare qualche giro in macchina. Era la tua prima visita?
Sì, era la mia prima visita perché ho sempre detto che all’Isola di Man ci sarei andato solo per correre, non andrei mai a vedere un TT come spettatore! E ho avuto un’impressione stupenda, anche se non sei nessuno ti fanno sentire un pilota! E poi mi sono innamorato subito di quell’isola, ho anche già trovato il posto perfetto per andare a vivere: Kirk Michael!
Credi che sarà difficile adattare uno stile di guida puramente da pista ad una corsa su strada?
Credo che a questa domanda riuscirò a risponderti il 19 agosto! Beh sicuramente, almeno da quanto ho potuto leggere nei libri (perché sto cercando di avere un bagaglio di esperienza vastissimo, assimilando qualsiasi cosa io riesca a captare sull’isola di Man), è uno stile totalmente diverso, però è anche vero che Peter Hickman ha dimostrato che un pilota che va forte in pista può andare forte anche su strada!
Hai altri progetti quest’anno oltre al Manx GP?
No, mi sono voluto concentrare solo ed esclusivamente sul Manx, è l’obiettivo primario. Come ho detto, non voglio essere solo una presenza, voglio dare il meglio e ho un progetto a lungo termine, ovvero voglio arrivare al TT. E’ una cosa che sento dentro da tanto tempo e ho deciso finalmente di realizzarla, senza distrazioni o altri impegni. Poi magari dopo il Manx farò 25.000 gare, chi lo sa, ma prima no!
Saggia decisione. E con quale moto e team correrai al Manx?
La moto è la Yamaha R6 del Team K2 Moto Racing by Longshot, che è la squadra di “Indi” Dokoupil, con all’attivo già diverse partecipazioni sull’isola. Noleggiare una moto da un team d’esperienza è stato un aspetto su cui io e Richard Huls, che mi fa da Team Manager, abbiamo discusso tanto ed essendo io completamente digiuno di questo tipo di gare abbiamo preferito così; io mi concentrerò solo su me stesso e all’isola troverò la moto e i meccanici di questo team, persone con esperienza. L’unico handicap è che questa moto la guiderò per la prima volta solo il primo giorno di prove, ma mi sto allenando proprio con una R6 e anche se non è la stessa che avrò al Manx almeno è lo stesso tipo di moto. Nel Team ci sarà poi anche Gabriele Pezzotta, altra persona di grande esperienza all’Isola di Man.
In base alla tua esperienza, allo stato attuale delle cose ti è più difficile reperire aiuti (sponsor/partner tecnici) per gare in pista nazionali come CIV o Coppa Italia oppure per questo Manx GP?
Devo dire che quest’anno per il Manx ho trovato un po’ più di solidarietà. Ormai la pista la definisco per tutti, chiunque può correrci, mentre l’Isola di Man non è per tutti. Devi avere, diciamo, degli attributi speciali per scegliere questa tipologia di gara. E dato che ha un suo fascino particolare ho notato un certo riscontro tra la gente, ho trovato più porte aperte rispetto a quando cerco aiuti per le gare in pista.
Ci sono altre road races che ti affascinano e a cui magari punterai in futuro?
Macao è la prima che sceglierei, a differenza dell’Isola di Man mi da più la sensazione di “pista”. Anche se molti la trovano più pericolosa del TT, da qui la vedo più semplice e non mi spaventa, poi magari andandoci cambio idea. Mi affascina anche la Pikes Peak in America e moltissimo anche la North West 200. Ma andiamo a piccoli passi, vediamo come va quest’anno questa esperienza al Manx!
Grazie mille Maurizio e in bocca al lupo!
Crepi! Per finire vorrei fare un ringraziamento alle persone che mi stanno dando una grandissima mano: Richard Huls (che fa parte della sezione sportiva di Grimoto Garage – Gimotorsport), Pier Ortalda del TT Supporters Italy e Gabriele Pezzotta. Senza di loro starei a zero con tutto!






Go Maurizio!
Faccio il tifo per te, mio idolo delle impennate!!! Forza Maurììì! ❤️
Con Gabriele sei in una botte di ferro, stai sereno e concentrato
Ti seguiremo anche a distanza, che la forza sia con te !