Addio alle corse per Mark Miller, l’americano più veloce al TT

Un aspetto più da attore hollywoodiano che da pilota, una cortesia rara e una “manetta” invidiabile.

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Mark Miller con la zebrata Buell a Macao (foto: Macau GP press)

Mark Miller, californiano di nascita, road racer statunitense più veloce all’Isola di Man e vincitore di un Tourist Trophy, annuncia ora il suo ritiro dalle corse. A 46 anni, anche se l’aspetto è ancora quello di un affascinante ragazzino.

Una carriera motociclistica iniziata con il campionato AMA, poi migrata verso le corse su strada. Prima fra tutte, il famigerato Macau Grand Prix, dove Miller è stato presenza fissa dal 1998 e a podio nel 2000; nel 2006 l’esordio al Tourist Trophy, su quell’Isola di Man che è stata a lungo la sua casa per sei mesi l’anno. Nel 2010 la vittoria al TT nella nuovissima categoria delle moto elettriche TT Zero in sella alla sorprendente Moto Czysz.Lo abbiamo negli anni visto alla guida di Aprilia, BMW, Suzuki, fino alla particolarissima Buell EBR 1190RS dall’inconfondibile livrea zebrata. Speciale è poi il legame di Miller con gli italiani, a partire dal fidato membro del suo team Roberto Ferlini fino alla collaborazione con Carlo Gelmi, a capo del Team lecchese VercarMoto che ha messo a disposizione di Miller l’elettrica R6E per il TT Zero 2014.

Abbiamo contattato il più che disponibile Mark “Thriller” Miller per qualche domanda circa la sua decisione, che lascia una certa tristezza tra gli appassionati ma che appare più che saggia attraverso le sue frasi “tipicamente americane”…

 

Mark, innanzitutto una domanda scontata: perché hai deciso di ritirarti proprio ora? Sei stato influenzato dai recenti tragici eventi? Ricordo che dopo l’incidente di Paul Shoesmith al TT 2016 hai scritto un messaggio molto triste su Facebook: “Oggi ho perso il mio migliore amico nel paddock, tutto il resto non conta”.

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Carlo Gelmi (sinistra) e Mark Miller (destra) alle premiazioni del TT Zero 2014 (foto: Christian)

Ciao a tutti gli amici di RoadRacingCore! Il motivo è complesso. Quando ami qualcosa così tanto come io amo le corse, le cose che possono farti allontanare da essa devono  per forza essere molteplici. Molti fattori entrano in gioco quando ti chiedi “Ho raggiunto i miei obiettivi? Posso continuare per sempre? Quante volte potrò ancora premere il grilletto della pistola in questa Roulette Russa prima di trovare il proiettile?”. La risposta è che prima o poi un incidente lo avrai. E’ parte di questo sport. Siamo umani e facciamo errori.

Partecipare a 13 Tourist Trophy e 17 Macau Grand Prix, iniziando nel 1998 con la Yamaha Graves, senza incidenti seri mentre attorno a te i tuoi amici hanno infortuni gravi o addirittura perdono la vita, ti fa pensare che potrebbe accadere anche a te se forzi troppo la fortuna.

Sin da quando avevo circa 6 anni sapevo che avrei voluto diventare un pilota e correre fino a quando avessi avuto sponsor, o interesse nello sport o nell’andare forte per vincere. Stranamente la mia condizione fisica è ancora buona, ancora adesso alla mia fottuta età! Sento che potrei facilmente continuare  in modo competitivo fino ai 50 anni e forse oltre; Joey Dunlop vinse la sua ultima gara a 49 anni. Io comunque non sono Joey Dunlop! Ma la paura di farmi male a questa età mi ha fatto seriamente riconsiderare il fatto di prendere continui rischi.

Dopo i recenti fatti gravi o fatali come quello del mio amico Paul Shoesmith, che ha lasciato un grande vuoto, una voce interiore mi ha detto di fermarmi. Di conseguenza, vedendo i continui incidenti nel corso degli anni, e avendo io invece viaggiato senza problemi tra tante gare e guidato moto fantastiche dal TT Zero all’Aprilia alla BMW all’americana Rotax 1200cc, come posso non considerarmi fortunato?

 

Hai nuovi progetti ora?

Ho sempre desiderato una seconda carriera come sceneggiatore, mi piacerebbe fare film. Da sempre.

Ora ho bisogno di appoggiare la pistola sul tavolo e uscire dalla porta, verso un futuro in cui avrò la possibilità di morire in normali circostanze come tutti. Ma fanculo, sono felicissimo di essere stato così fortunato ed aver incontrato persone grandiose in tutto il mondo, che fanno parte dei miei ricordi più belli, inclusi gli italiani, il mio popolo preferito! Ora devo fermarmi e raccontare ciò che ho imparato dalla vita, la mia e quella delle persone attorno a me.

 

Ti rivedremo mai a qualche gara?

Sì, spero di mantenere le mie vecchie amicizie nel paddock e magari aiutare alcuni dei miei vecchi team. Non che loro abbiano bisogno di me, ma perché non voglio liberarli della mia presenza ahah! Mi mancherà moltissimo comunque l’amore e la passione di tutti i diversi individui che partecipano a questi eventi speciali. Non sono persone normali, sono semplicemente i miglior esseri umani presenti sulla terra.

 

In bocca al lupo per il tuo nuovo futuro, incredibile Mark!

 

(Qui una nostra intervista del 2013 a Mark Miller, nella quale spiega il suo interessante punto di vista sulle moto elettriche)

 

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Una reazione a Addio alle corse per Mark Miller, l’americano più veloce al TT

  1. Gabriele Pezzotta ha scritto:

    Grande pilota e grande uomo! Complimenti per tutto e grazie di cuore!

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