EICMA – Intervista a “Popy”, meccanico di Stefano Bonetti

Conoscere il mondo delle corse su strada non può limitarsi alla voce, seppur importantissima, dei piloti. Alle loro spalle ci sono figure fondamentali che meritano di essere ascoltate. Una fra tutte, quella del meccanico.

Durante l’EICMA abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Massimiliano Macario, detto Popy, storico meccanico di Stefano Bonetti, l’italiano più veloce nella storia all’Isola di Man.  

 

Popy, raccontaci cosa significa per te avere questo ruolo che sicuramente non si limita solo a quello di meccanico, giusto?

Esatto. Come meccanico ci sono tante preoccupazioni perché sei consapevole che non devi fare errori, tutto deve essere a posto. Devi anche dare sicurezza e tranquillità al pilota, quindi prima di tutto questa sicurezza e tranquillità devi averle tu. Deve anche esserci un grosso affiatamento tra pilota e meccanico, soprattutto in una gara come il TT: vivi per molto tempo lontano da casa, con mille problematiche diverse. Devi essere amico e anche mamma. 

Io e Stefano siamo molto legati dal fattore amicizia. Prima di essere meccanico e pilota siamo amici. Con Stefano alle gare ho sempre avuto grandi soddisfazioni, ma ho preso anche grosse paure. La più grande è stata a Macao, ma per fortuna l’abbiamo superata insieme.

 

 

Volevo appunto chiederti quali sono i lati negativi e qual è stato il momento peggiore con Stefano. Hai mai pensato dopo quel momento a Macao di consigliargli di smettere con queste gare?

Mai e poi mai. La decisione spetta a lui, io non me la sentirei mai di dire a Stefano “non farlo più, è troppo pericoloso”, perché gli direi di non fare la cosa che gli riesce meglio e che più gli piace. E poi sarei ipocrita, perché non riuscirei a smettere neppure io se fossi in lui. Sono motociclista anche io, anche se non a quei livelli.

 

 

Qual è stato invece il momento più bello in questi anni di gare con Stefano?

Forse è stato quando mi ha regalato la sua Bronze e Silver Replica, come per farmi capire tante cose. Stefano non è uno che parla tanto, non è uno che fa vedere le cose, ma tante volte mi ha dimostrato l’amicizia che c’è tra noi. Per me è la gratificazione più importante, perché quello che faccio lo faccio senza prendere un soldo, solo per pura amicizia, perché mi fa piacere essere lì con lui e perché so che sono una parte di quello che gli serve per andare forte in moto. Lo faccio perché gli voglio bene.

 

 

Hai mai dato consigli a Stefano per quanto riguarda le gare da fare durante la stagione? 

Io continuo a dirgli di smetterla di fare la North West, perché oltre a costare tanto non è soddisfacente. Piuttosto si dovrebbe buttare su altre gare che gli darebbero maggiori soddisfazioni, dove potrebbe raggiungere risultati più alti.

 

 

In effetti ormai molti criticano la North West 200, diventata un po’ l’attrazione su strada dei piloti del BSB…

Proprio così. Molti vengono dal British Superbike. E si vede: pronti, via, guerra e botto alla prima curva. Si buttano per terra. Lì sì che ci si fa male. Meglio una gara meno agguerrita, da amministrare e tirar fuori le palle quando è il momento. E poi stanno arrivando troppe primedonne, la gara sta perdendo il fascino che aveva. Per me le road races sono per “i carloni” come noi che vivono alla giornata, partono con quattro soldi e tante speranze e tornano con tante piccole soddisfazioni. Questo per me è lo spirito road racing. La North West è la meno road racing di tutte. 

Ho consigliato a Stefano di rinunciare a questa gara e farne una in Repubblica Ceca. Secondo me quelle sono gare più indicate per lui e gli darebbero più soddisfazioni anche di guida. Comunque, alla North West la nostra soddisfazione l’abbiamo avuta nel 2012, con il quinto posto di Stefano che per noi rimarrà sempre un terzo posto! 

 

 

Confrontando strada e pista, molti dicono che l’ambiente nelle road races è migliore, più genuino. Secondo te è proprio così, tutto rose e fiori?

Assolutamente no. Di sicuro ci sono molte meno primedonne, sono tutti molto più amici, ci si beve una birra assieme tra diversi team e piloti, ma come in tutte le cose ci sono le antipatie e le simpatie. In altri ambiti poi si ha più visibilità e spesso i giornalisti alimentano le polemiche e buttano benzina sul fuoco. 

 

 

Cosa rispondi a chi dice che le road races andrebbero abolite?

Io sono innamorato di questo mondo e di questo sport, mi dà fastidio che venga criminalizzato, descritto come lo sport dei morti, lo sport da abolire. Viviamo in Paesi democratici dove ognuno è libero di esprimersi, sia pro che contro. Ma la vita è una sola e io sono convinto che se la vivi al massimo la vivi bene. Questi piloti la vivono ancora più al massimo e meglio di molti di noi. Forse è questo che ci fa tanta invidia. 

 

 

 

(Foto: Tommaso Restelli)

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4 reazioni a EICMA – Intervista a “Popy”, meccanico di Stefano Bonetti

  1. Oreste ha scritto:

    L’interpretazione del Meccanico M. Macario è fondamentalmente giusta dal mio punto di vista il bello che lui ha una grande responsabilità e quell’attenzione la traduce in Grande Amicizia Bravo Elegante modo di dimostrazione personale.

    Saluti

  2. dario ha scritto:

    Popy è il meccanico giusto per Ste…due matti!!

  3. Giovanni bonetti ha scritto:

    Sono un motociclista non che amico e frequentatore dell officina di Stefano,consigli, modifiche alla moto sempre apportate con grande intelligenza e professionalità .popy e Stefano ineguagliabili,si capiscono con lo sguardo!!!lelllo

  4. Gabriele ha scritto:

    Bravo Massimiliano! In bocca al lupo per la stagione 2015!

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