E’ l’italiano più veloce di sempre al Manx GP. E’ il newcomer italiano più veloce di sempre all’Isola di Man. Lui è Marco Pagani, debuttante nelle road races lo scorso anno al Manx Grand Prix, un debuttante che ha attirato l’attenzione di molti per le sue ottime prestazioni.
Un best lap sul Mountain Course a 117.295 mph (pari a 188,72 km/h) ha proiettato il
trentaduenne bresciano direttamente nell’orbita Tourist Trophy. Questo è l’obiettivo 2015 di Pagani, insieme ad altre corse su strada che ci rivela in questa intervista.
Dopo un impressionante debutto all’Isola di Man al Manx GP dello scorso anno, hai deciso di fare subito il “salto” verso il Tourist Trophy. Come ti senti all’idea di partecipare alla gara forse più affascinante e controversa al mondo?
Ciao a tutti gli amici di RoadRacingCore! Grazie per “l’impressionante”, ma per me non è stato così. Purtroppo qualcosa di troppo è andato storto e non ho potuto esprimermi al meglio, ho dovuto stare calmo e accettare quello che è arrivato. Comunque va bene così, le gare sono anche questo. L’idea di partecipare al TT è davvero affascinante per me, la parte “controversa” invece la lascio ai benpensanti, a me non interessa. Non vedo l’ora di essere al cancelletto di partenza del Senior TT! Pensare di partecipare alla gara che da ragazzino guardavo con i VHS di Mondocorse non mi sembra ancora vero. Correre la gara che ha consacrato a miti del motociclismo Joey Dunlop, David Jefferies, Steve Hislop, Carl Fogarty e molti altri è davvero qualcosa di speciale! Qualsiasi risultato arriverà sarà secondario, terminare il Senior TT credo che sarà la più grande soddisfazione personale da quando corro in moto. Intendiamoci, spero di poter correre al TT per molto tempo e di migliorare di anno in anno, ma l’emozione della prima volta è sempre qualcosa di speciale, come il primo giro sul Mountain Course.
Cosa ti è rimasto impresso maggiormente del tracciato dopo l’esperienza al Manx GP? Un punto in particolare, o un episodio, un’emozione…
Difficile rispondere. Sono 60,7 km mozzafiato! Una condizione che mi è piaciuta tantissimo è correre da solo nel tratto di montagna. Ti sei lasciato il Gutrhie’s Memorial alle spalle. Sei lì in sesta piena sul Mountain Mile, guardi avanti schiacciato dietro al cupolino, il tratto dovrebbe essere rettilineo ma a 260/70 kmh non lo è affatto! Sei lì che curi le linee per perdere meno kmh possibile e nel cervello pensi: <Devo tenere aperto al 100% fino al secondo ponticello, puoi farlo, è inutile che chiudi al primo, al giro scorso hai visto che potevi tenere aperto>. Arriva il primo ponticello dalle pietre bianche, entri dritto gas al 100% e ti porti sulla sinistra della carreggiata, quando sembra troppo tardi pieghi a destra e ti infili in un curvone di sesta piena che ti porta al secondo ponticello, il motore sale ancora di giri, la moto corre sulla sinistra, ponticello, staccata, giù tre marce. Ritardo l’ingresso e via dentro alla sinistra cieca di Mountain Box!
Questo è il TT! Step by step! Guida e cervello! Astenersi deboli di cuore! Un episodio invece che non dimenticherò è la moto gialla di Tim Moorhead a bordo strada prima di Black Hut. Eravamo partiti affiancati dal Grandstand. Niente va trascurato o preso alla leggera, nemmeno il vento sulla montagna.
Assolutamente. Pensi che sarà molto diverso guidare sul Mountain con un 1000cc al posto del 600cc che hai già usato?
Credo di sì. Ma non lo so, ve lo dirò a TT terminato! A parte gli scherzi, non vedo l’ora di usare la mia moto sul Mountain. Corro con i 1000 dal 2004 e uso il BMW S1000RR dal 2011, conosco questa moto molto bene e lo scorso anno pur utilizzandola poco abbiamo fatto un gran lavoro con MUPO. Il materiale è eccezionale e la moto mi piace tantissimo! Ho addirittura fatto il mio best lap al Mugello nel weekend della Master CUP utilizzando solo gomme usate (non vedo
l’ora quest’anno di metterne due nuove! Ahaha!). Credo che usare il 1000 sul Mountain sia più proficuo che il 600, il motore ha più coppia e si adatta maggiormente alla guida pulita e scorrevole che serve lì. Poi il 1000 si muove e impenna di più, io adoro il 1000! Anche se al TT è meglio avere una moto più stabile e ferma possibile, che non inneschi ma che smorzi eventuali ondeggiamenti.
Lo scorso anno al Manx GP sono stato obbligato dal regolamento ad usare un 600, per di più con solo 13 giri al Mugello e tre uscite illegali in strada come “test improvvisato”, dunque non vedo l’ora di fiondarmi giù per Bray Hill con la mia moto (anche se all’inizio tirerò indietro il gas, con 200 cavalli non si scherza, bisogna prendere per bene le misure!).
Ti sei posto un obiettivo particolare per il Tourist Trophy?
No, nessuno. L’impegno sarà ovviamente massimo, ma voglio solo riuscire ad esserci nel miglior modo e con la migliore organizzazione che sarò capace di crearmi. Il lavoro da fare è tantissimo, non sto a fare un elenco, e le risorse necessarie pure. Dopo il Manx, grazie soprattutto a delle persone con una grande passione che non ai miei risultati, sto riuscendo quest’anno a stringere degli accordi migliori con i partner tecnici. E grazie alla passione e l’affetto che tantissimi amici/parenti/piloti/motociclisti/appassionati di corse su strada che stanno aderendo alla mia richiesta-fondi “100€ per il nome sulla carena che userò durante il Senior TT”, tutto questo sta prendendo forma. Sembra davvero un sogno che si avvera!
Da chi sarà composto il tuo team quest’anno?
Praticamente nessuno di noi fa questo di mestiere, perciò non posso ancora dare una risposta certa. Ognuno deve fare collimare i propri impegni e cercare di liberarsi in tempo. Sicuro ci saremo io e Max Venturini, instancabile al Manx GP di fronte a mille problemi! Lo scorso anno gli avevo detto: <Vieni con me Max! Ci sarà da cambiare due gomme e stop, poi si può passare alle birre!>. Niente di più falso. Mille problemi, giornate infinite all’interno di un gazebo blu psichedelico… ma ne è valsa la pena! Max è anche un ottimo cuoco, ma non si può farlo lavorare 24 ore! Vorrei comunque replicare la squadra dello scorso anno: Max Venturini, Luca Faso,
Gabriele Pezzotta e Marta Covioli.
Marta non so se la conoscete… Luca invece è un bravissimo sospensionista: intelligente, calmo, calcolatore, un professionista, mi fido ciecamente di lui (come di tutte le altre persone che sono con me). Peccato solo che potrà essere dei nostri solo pochi giorni. Gabriele (Gab per i Mannesi) potrebbe essere il sindaco onorario dell’Isola di Man! Conosce tutti e lo conoscono tutti! E’ uno che si arrangia sempre, che sa fare tutto ed è benvoluto da tutti nel paddock del TT e del Manx. Ha militato in varie squadre tra cui il Team Vercar Moto di Carlo Gelmi con la R6E al TT 2014, il Team CSC di Davy Morgan, il team di moto d’epoca di Stephen Caffyn (con Jimbo Hillier come pilota) e dà sempre una mano al suo grande amico Wayne “Ciderman” Axon.
Poi ci sarebbe ancora una cosina in pentola, ma non la si può ancora dire…
Nelle gare in Italia invece ci sarà anche Cex Martino ad aiutarmi come negli ultimi anni.
Oltre al TT, ci sono altre road races in programma per te quest’anno, giusto?
Sì, ma dipenderà dal budget strada facendo. La priorità è fare bene il TT, poi in agosto vorrei fare l’Ulster GP a cui ho dovuto rinunciare lo scorso anno per una concomitanza con il Manx (e perché alla fine non me lo sarei potuto permettere economicamente). Quest’anno però farò tutto il possibile per esserci! L’Ulster è un evento fantastico ed è sponsorizzato e sostenuto da un marchio di pneumatici italiano che supporta anche vari piloti stranieri. Io non sono certo un top rider, ma lì di italiani competitivi non ce ne sono, dunque se riuscirò a disputare un buon TT spero che qualcuno si accorga di me e mi dia la possibilità di crescere, perché nessuno è nato “top rider”. Però purtroppo pare che aiutare un connazionale non sia di moda in questa Italia esterofila… ma con un complimento e una pacca sulla spalla non si vincono certo le gare, nemmeno se sei Marc Marquez! Inoltre mi piacerebbe partecipare al Classic TT nella categoria F1 (moto fino al 1992) e mi sto adoperando per trovare una moto adatta magari in prestito e qualche appassionato che mi dia fisicamente una mano. Infine, se riuscirò a fare dei discreti risultati nelle due International Road Races mi piacerebbe accedere al Macau GP, ma bisogna essere invitati dall’organizzatore. Per ora questi due progetti restano nel cassetto.
Tu nasci come pilota “da pista”. Cosa ti ha spinto a questo cambiamento, o meglio (dato che fai entrambe le cose), a provare con le corse su strada?
Esatto, io voglio fare entrambe le cose perché le emozioni e le sensazioni di guida che le due discipline danno sono molto diverse. Non c’è una peggio o una meglio, sono diverse: quello che fai in pista non puoi farlo in strada e viceversa. Ma entrambe le cose sono fantastiche!
Premettendo che il TT mi ha sempre affascinato ed appassionato, ma che da praticante ho sempre visto come evento molto lontano dalla reale fattibilità, quello che mi ha spinto al “provarci davvero” è stato che il sistema-motociclistico-pista che c’è in Italia mi ha proprio nauseato e prosciugato.O sei veramente ricco, o hai le spalle comunque coperte, o hai aziende che ti sostengono o se no qui parti tagliato fuori, sei solo un pollo da spennare. Fine.
Dunque mi sono detto: <Cosa ti piacerebbe fare?>. Il TT. Punto.
In quale campionato italiano ti vedremo quest’anno?
Essendo obbligato come tutti i piloti che intendono partecipare al TT ad inviare agli organizzatori sei risultati a traguardo, di cui due nell’anno corrente della manifestazione a cui si intende partecipare, dovevo trovare un Trofeo che potenzialmente non avesse concomitanze con le gare stradali, per cui la scelta è caduta sull’RR Cup. In realtà non so ancora se farò tutto il trofeo, vedremo strada e budget facendo, comunque la prima gara è il 12 aprile al Mugello e lì ci sarò! Non vedo l’ora!
Una domanda un po’ più generica: qual è il tuo più grande sogno, il tuo obiettivo più grande?
Il mio più grande sogno sarebbe fare della mia passione il mio lavoro, cioè “mangiare con le corse”, ma mi rendo conto che è più un’utopia che un sogno perché il “pilota” non è un lavoro, è in genere un passatempo per ricchi. Sarebbe bello abbinarci un lavoro come tester-scrittore di articoli di prove moto per una rivista, ma anche questo è un’utopia, almeno in Italia. Non voglio
mancare di rispetto a nessuno ma da quello che ho visto e vedo chi fa quel tipo di “lavoro” potrebbero non farlo e campare ugualmente… non so se mi spiego.
Io guido un camion ed oggi il mio sogno più grande è ridare indietro lo stipendio di giugno al mio titolare affinché paghi un altro autista (fornito da me…) e mi lasci andare a correre su “un’isola in culo ai lupi” che per lui è l’Isola di White dove la gente si fa le canne… giuro.
Questo è il mio sogno. A presto!






Good luck and enjoy as well!
Grandissimo Pagani!
Bene un’ altro Italiano forte al TT con molti sacrifici in Italia a volte non vale la pena di provarci….
Saluti
Sono stata al TT 2015 (la prima volta) e ho incontrato il primo giorno un amica di Marco. Cosi in tutte le gare abbiamo fatto il tifo per lui ….. e un nostro conoscente ha fatto una foto bellissima….. per averla contattatemi vi mando il sito dove l’ha pubblicata.Grazie a tutti corridori per l’emozione che ci regalate e stata un emozione unica !!!! Auguro a tutti appassionati di moto di poterci andare… e un evento indiscrivile. Noi probabilmente ci saremo anche l’anno prossimo.
Ciao Theres, dove possiamo trovare la foto di marco pagani?