“La mia prima Tandragee 100” – di Dario Cecconi

Lunedì 7 Maggio 2012. 

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(foto: Chris Usal)

Dopo la gara, sono nel salone di un bed&breakfast a Ballymoney, fuori piove, sono finalmente in relax dopo settimane davvero intense, passerò qui la settimana cercando un posto dove riparare la moto, bevendo Guinness al bar di Joey e cercando un team che mi affitti le moto per fare la prossima stagione di gare nazionali qui in Irlanda. Adesso posso mettermi a scrivere qualcosa…

Da oltre un anno giravo intorno alle informazioni sulla Tandragee 100, come la chiamano loro “The best national road race in Ireland”. Posso dire che gli oltre 8 km che compongono un giro sono in assoluto i più folli, adrenalinici e complicati del panorama motociclistico europeo… Per fare un paragone, al Mugello con le MotoGP girano ad una media di 173km/h. Qui con ben 4 svolte da 1^ girano esattamente con la stessa media ma con delle SBK che non hanno certo la preparazione di quelle del mondiale! Quasi tutte le svolte prevedono una compressione iniziale e una picchiata nei pressi della corda; i rettilinei, se così vogliamo chiamarli, hanno dossi che fanno saltare le moto in 6^ marcia e necessitano di continui aggiustamenti di traiettoria da un lato all’altro della carreggiata, utilizzando come riferimenti alberi, staccionate, case e quant’altro ci sia in giro. La Mecca per chi ha davvero intenzione di capire cosa sia una vera Road Race.

E così, già sul traghetto di ritorno dopo la partecipazione alla North West 200 del 2011 avevo iniziato a pensare a come fare per tornare l’anno successivo e magari riuscire a mettere le ruote in questa meraviglia, a costo di saltare la stessa North West ben più prestigiosa e conosciuta all’estero. Nella gara di agosto del CIVS avevo preso una discreta botta che mi aveva costretto ad un’operazione al menisco un paio di mesi dopo. Tra una cosa e l’altra la prima volta che sono riuscito a tornare in sella è stato il 10 marzo 2012; c’erano così tante cose, me compreso, che non funzionavano, e mi sono accorto prestissimo che avrei dovuto lavorare molto forte per riuscire a finire una gara e quindi per la prima volta mi sono iscritto ad una palestra in modo da non arrivare completamente a pezzi e non godermi così nulla di quanto stavo facendo. Nel frattempo stavano uscendo i vari calendari sia italiani che irlandesi e quindi era possibile iniziare a pensare a come organizzare le varie trasferte. Per un discreto periodo di tempo sono stato in bilico tra due scelte: Tandragee e North West a Maggio, saltando così ben 2 gare su 7 di Campionato Italiano, o andare a luglio per partecipare a Munster e Armoy contando così sul mese di fermo in Italia.

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Dario alla Faugheen 100 2015 (foto: Niamh Dunlea)

Alla fine la passione ha vinto e la decisione è stata ineccepibile: vada per la Tandragee! Le iscrizioni sono partite appena i due organizzatori hanno pubblicato gli “entry form”, nel frattempo i lavori sulla moto proseguivano e la mia preparazione in palestra, ovvero il ricondizionamento iniziale per chi non ha mai fatto nulla, procedeva. Con il passare dei giorni tutte le caselline iniziavano a riempirsi: documenti, moto, furgone, ginocchio, fiato… Arrivati a metà aprile finalmente è stato il momento di tornare in sella; avevo scelto l’autodromo di Magione per le sue staccate ravvicinate che mi hanno sempre messo a dura prova, volevo verificare la mia resistenza visto che alla Tandragee avrei partecipato a 3 gare nella stessa giornata nell’arco di appena 4 ore, cosa mai fatta in precedenza! Ovviamente questo bel piano è stato vanificato da una giornata di pioggia continua in cui non ho verificato nulla di fisico ma ho lavorato benissimo, grazie a mio fratello Luca, sulla posizione in sella, ai comandi, a tutto quello che mi avrebbe permesso di acquistare confidenza e girare meglio… Addirittura la giornata  con le rain mi ha visto carichissimo e felice di come mi sono trovato a gestire la pioggia sempre mia grande amica.

Aprile ormai agli sgoccioli e tutto sembra andare a dovere. A casa arrivano i pass e le conferme che userò il mio numero 61 nelle tre gare a Tandrageem (due open 1000 e una 600, tutte da fare con il mio CBR 600) e le due Supersport alla North West. Ma improvvisamente arriva la mail che cambia tutto quanto: dalla Tandragee mi chiedono la conferma scritta dello “start permission” da parte della mia federazione, mi informo subito e scoppia il vero problema. Essendo la Tandragee una gara nazionale non è iscritta nè al calendario UEM nè FIM, e pertanto la Federazione italiana non rilascia alcun nullaosta! Iniziano quelli che sono sembrati i 10 giorni più lunghi della mia vita, un giro tra mail e messaggi sui social network che pareva a volte sbloccare la situazione, a volte chiuderla definitivamente. Grazie all’intervento di alcuni appassionati irlandesi sono riuscito a contattare direttamente gli organizzatori di gara, Federazioni italiane e irlandesi e alla fine grazie all’aiuto di tutti, quando ormai mancavano appena 2 giorni lavorativi prima della partenza per l’isola, il messaggio, un SMS alle 2 di notte, da parte dei Clerk irlandesi in cui mi dicevano che era tutto risolto, avevano iscritto la gara al calendario UEM e quindi la mattina dopo avrei solo dovuto avvisare la Federazione italiana con tutti i riferimenti per avere il mio “start permission”. Finalmente quasi alla vigilia della partenza avevo i documenti in regola! Quasi da non credere, in quei giorni mi era passato per la testa di tutto, tutti quei mesi a pianificare, le spese, i preparativi rischiavano di venir compromessi dal solito “pezzo di carta” che la nostra inflessibile burocrazia non mi avrebbe mai concesso.

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(foto: Diego Mola)

Archiviata anche questa difficoltà era arrivato come per incanto il tempo di finire la moto, fare le valige, caricare tutto e partire! Il mio programma prevedeva più o meno questo: sabato avrei fatto provviste e finito la moto, domenica ultimi ritocchi al mezzo, organizzazione del materiale e caricamento del furgone e, infine, lunedì mattina partenza! Caricare domenica è stato una sorta di rito, ogni cosa veniva controllata due volte, il mio furgoncino sembrava un livello estremo di tetris dove ogni cosa è andata al suo posto in perfetto ordine e prendendo non più dello spazio necessario, una soddisfazione immensa per uno disordinato come me, evidentemente quando serve so anche fare il bravo… L’anno precedente avevo dimenticato il giubbotto e alla NW avevo patito non poco freddo, stavolta ne avevo ben due! Infatti ho dimenticato solo le coperte per dormire la notte e la zeppa da mettere sotto la ruota posteriore per fare i cambi gomme alla moto… ma almeno non avevo dimenticato la tuta come nell’ultima gara dell’italiano 2011!

Finalmente il lunedì della partenza. Sveglia da notte semi insonne, doccia tranquilla e via, partito! Destinazione Tandragee 100! Erano appena le 9.00 e avrei guidato tutto il giorno fermandomi poi da qualche parte in Francia per la notte, completando il tragitto fino a Cherbourg il giorno successivo. Il viaggio è stato tranquillo con poco traffico anche se devo dire un po’ “monotono” viste le 12 ore di autostrada fatte quasi totalmente sotto la pioggia; verso sera mi fermo in una delle innumerevoli piazzole francesi, mi preparo un paio di sandwich seduto nel retro del furgone di fianco alla moto con le gambe allungate sulla sella, respiro e infine mi sistemo a dormire di fianco alla moto. Mentre sono sdraiato al buio ripasso mentalmente i video del tracciato, lo immagino come una vera goduria anche se difficile, e mentre sul tetto continuo a sentire le gocce di pioggia incessanti allungo una mano e con una pacca sul serbatoio do la buonanotte anche alla mia motina.

Martedì mattina mi sveglio ben riposato e pronto, colazione e via, in meno di metà giornata arrivo al porto dove finalmente trovo ad attendermi un po’ di sole. Visto il grande anticipo passo qualche ora passeggiando per il paesino che però non si dimostra molto interessante, finalmente nel pomeriggio ci imbarchiamo e posso ritirarmi in cabina per una calda e meritata doccia! Sul traghetto conosco qualche persona, bevo qualche Guinness, cerco di rilassarmi mentre sento salire l’eccitazione… La mia isola preferita si sta avvicinando! Tutto inizia a sembrare vero, ancora ripenso a tutti i mesi necessari alla preparazione, agli sforzi, a quelli che la gente normale chiama “sacrifici” e che per me non sono altro che scelte spontanee.

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Dario alla Faugheen 100 2015 (foto: John Burke)

Dopo una tranquilla notte di navigazione e una giornata a zonzo per il traghetto finalmente arriva il momento della verità! Si scende, si comincia a guidare contromano e si arriva direttamente al tracciato. Ovviamente le 3 ore scarse necessarie ad arrivare lì sono sembrate interminabili, ogni strada secondaria, ogni incrocio, ogni cartello lo guardavo quasi implorando che fosse l’ultimo. Le ultime due miglia, quando ormai seguivo il cartello “Tandragee” sono state un susseguirsi di emozioni indescrivibili, sapevo che sarei sbucato nella zona della griglia usando una delle strade esterne al tracciato, pertanto non avrei visto un solo centimetro del percorso fino all’arrivo, due miglia infinite con il cuore a mille smanioso di arrivare ma sempre sotto il limite di velocità vista la presenza di molte pattuglie in giro; due miglia che terminavano con una leggera curva a sinistra mi hanno mostrato il paddock e la vista sull’ultima curva con griglia già bella che dipinta! Un’emozione grandissima che mi ha di colpo fatto dimenticare tutte le fatiche dei 3 giorni di viaggio precedenti! Finalmente c’ero, io ero lì veramente, mentre fervevano i preparativi del percorso, io ero arrivato dove tutto avrebbe avuto inizio due giorni dopo…

Ripreso dallo shock iniziale decido che armato di mappa del percorso avrei provato a fare un paio di giri a bassa andatura per dare un’occhiata alle curve e al manto stradale, vedere dal vivo se c’era qualche riferimento utile o punto particolarmente complicato da ricordare. Parto, snocciolo tranquillo 4 marce del furgone e inizio la prima lunga destra alla fine della griglia: c’è qualcosa che non va, ho visto vari video così tante volte e la strada sale! Sale molto!! Sale troppo!!! Non era mai andata così su nei video, una strana sensazione mi assale perché so benissimo di essere nel posto giusto: il video schiaccia sempre le pendenza, ma qui sono veramente fuori scala! Non pensavo davvero ci sarebbero state variazioni così ampie in quota, in ogni caso continuo, finita la prima curva un rettilineo con ben due dossi che faranno sicuramente saltare le moto più veloci, poco dopo una rapida leggera discesa seguita da un’immediata salita mentre la strada piega a destra fino alla corda per poi rituffarsi di nuovo in picchiata in uscita. Neanche il tempo di realizzare che nel punto di frenata, dove si toglie almeno una marcia, la strada ti sparisce da sotto le ruote per ricomparire un attimo dopo, il rettilineo successivo si trasforma in una rampa che punta il cielo e in cui non si vede assolutamente nulla di cosa ci sia dopo! In pratica il mio cervello prima della 3^ curva doveva ancora finire di capire tutte le cose da fare per affrontare la seconda! Eh sì, qui c’è da pensare in fretta, questo tracciato non lascerà un attimo di tregua, niente a che vedere con un qualsiasi circuito dove in rettilineo ti rilassi, qui essere in rettilineo significa seguire una strada che va a destra e sinistra in 6^ piena mentre ti prepari a saltare! Qui ci vuole tanto tanto tanto rispetto e umiltà verso la strada e gli atri piloti.

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(foto: Prime Sports Photography)

Ma torno in me proprio alla fine di questa rampa, bene, è tutto dritto, altro salto per le moto più potenti ma almeno non devi attaccarti ai freni, anzi tutt’altro! Con un paio di gradini a scendere la strada si avvia verso quella che sarà una sinistra destra e… una fossa! Profonda e inesorabile fossa! Proprio dove uno su strada pianeggiante si aspetterebbe di frenare… Era così fonda e ripida che nel punto più basso, seduto dentro al furgone, non vedevo la curva che mi si presentava chiara solo pochi metri prima, incredibile, non avevo mai visto fosse così neanche nelle nostre strade di campagna, e qui invece ci saremmo arrivati almeno in 5^ su delle moto lanciate per fare una esse veloce… allucinante! Tempo di pensare? Ovviamente no! Perché finita la esse la strada sale dritta  per una decina di metri per ricominciare una lunghissima discesa mentre curva a sinistra, addirittura dall’inizio della curva era possibile vedere la strada fino alla prima svolta, la Marlacoo Corner. La parte più bella di questa curvona a destra in discesa è che finisce con un dosso in mezzo ad una esse velocissima e cieca, ovvero, non vedi dove vai, ma ci vai fortissimo tagliando la strada e puntando la siepe sulla sinistra. A questo punto già velocissimi c’è un breve rettilineo stranamente in piano, ma forse è normale visto che stiamo arrivando ad un incrocio con una via principale! La staccata qui è violenta ed essendo un inserimento su una strada più alta proprio al punto di corda si trova un piccolo trampolino che immette di fatto su un lungo curvone a sinistra seguito immediatamente da un’infinita destra; qui noto una serie di piccoli tombini esattamente dove in condizioni normali metterei le ruote, l’istinto mi dice di non passarci, in realtà ci passerò sopra quasi ad ogni giro… Tutto ciò mentre la strada sale in maniera molto dolce per poi ricominciare a scendere in una lunghissima tripla curva a sinistra, la particolarità è che proprio in mezzo c’è un’altra fossa tipo la precedente in cui nuovamente i mezzi più veloci vanno a spanciare continuando a dare full gas per la curva che man mano scende sempre di più e diventa cieca a causa di siepi sul lato interno. Neanche il tempo di finire questa curva che la strada risale per iniziare una veloce destra da fare sicuramente togliendo una o due marce, qui sarà importante uscire bene perché ci aspetta un tratto da fare a pieno gas di oltre un chilometro, solo che tutto è meno che dritto, ci sono altri due salti e due curve da fare assolutamente in 6^ piena mentre ci avviciniamo ad una ulteriore fossa, seguita da un ponte mentre fai un destra sinistra dopo aver tolto una marcia… e riprendi fiato!

Altro rettilineo ed ecco che arriva la seconda svolta, la Castle corner, una curva di 90° preceduta da una specie di montagna che oscura la vista oltre che piegare sulla destra. Come finisci la svolta ti trovi proiettato in un toboga di emozioni senza sosta (come se prima avessimo avuto tempo di riposare, vero?), sei in mezzo a due terrapieni più alti di te, inizi a mettere marce a full gas mentre la strada gira un po’ a destra, un po’ a sinistra, un po’ sale e un po’ scende! Si apre e ti ritrovi a cercare i pali della luce come riferimento mentre la moto sotto in pieno rettilineo cerca di farti saltare via e continui a mettere marce cercando una linea che ti permetta di arrivare…alla prossima fossa! Salti, risali piegando a sinistra, mentre continui a girare altri due salti e poi di nuovo una fossa mentre punti gli alberi a destra che schiverai atterrando pelando destra, sinistra, destra sinistra, picchiata e… attaccarsi ai freni mentre vai giù come da una rampa per la svolta di Market Hill!

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Durante la stagione 2013 Dario ha corso con il cupolino tappezzato di adesivi RoadRacingCore (foto: David Maginnis)

Ecco di nuovo la strada principale, addirittura carreggiata doppia con riga in mezzo, sembra enorme dopo la scarica di adrenalina sul tratto di Cooly Hill. Si parte subito con una curva cieca da fare in 4^ per poi aumentare le marce, mettere la sesta e non mollare più il gas mentre si affrontano, disegnando belle linee tonde, curve a destra, sinistra in salita e poi di nuovo sinistra in discesa. L’ultima svolta rimette sul traguardo, sembra di essere invecchiati di un paio di anni invece non sono che passati 3 minuti (per quelli veloci, a me servono una quarantina di secondi in più); una sensazione incredibile, riuscivo solo a stare in silenzio nel furgone ripassando tutto mentre le persone intorno, fuori, in giro, continuavano i preparativi operosi e ignari del tumulto di emozioni che mi stava attraversando, di quel misto di felicità, tremore, amore, paura, follia e chissà quante altre emozioni che non sono riuscito a registrare… Ma adesso c’era una sola cosa da fare, ripartire e continuare a girare in modo da imparare il più possibile a strada aperta. E così ho passato il pomeriggio, 3-4 giri, un po’ di stop, altri giri, altri stop finché alcuni irlandesi accortisi della mia ciclica presenza si sono avvicinati per vedere chi fosse questo strano personaggio sconosciuto… “Oohhh! The Italian rider!” questa è probabilmente la frase che ho sentito più di frequente nei 3 giorni successivi, la voce che questo pazzo individuo avrebbe caricato il suo furgoncino e viaggiato tre giorni tutto da solo per venire a fare una semplice gara nazionale dalle loro parti li aveva riempiti di entusiasmo, quasi non ci credevano e vedermi davvero lì, era quasi una sorpresa, sono stato festeggiato da tutti quelli che mi incontravano come fossi chissà chi, e pensare che nella mia testa ho fatto una cosa che ritengo normalissima e spontanea, mah!

In questi tre giorni tutti che mi fermavano, che cercavano di dare una mano, che chiedevano come fosse stato il viaggio, il girare lì, il fare praticamente tutto da solo, come venissero considerate le loro gare da noi, insomma un trionfo per me che sono abituato a stare tranquillo e taciturno in disparte aspettando solo di guidare, ma sono stati tutti così gentili e mi hanno messo talmente a mio agio che non è stato un peso, addirittura divertente direi. Il primo contrattempo che mi ha dato da pensare in maniera seria è dovuto al fatto che il paddock non era altro che un pezzo di collina pseudopianeggiante messo a disposizione dal proprietario della casa che si affaccia sul traguardo, ecco, peccato che non ci fosse corrente!! E quindi adattatori e prese per le classiche colonnine che ci sono in paddock, anche alla North West ad esempio, risultavano completamente inutili. Risultato: niente carica per il transponder, che qui è personale e non fornito dall’organizzazione, niente termocoperte, niente stufetta elettrica, niente di niente che avesse bisogno di alimentazione elettrica… Durante le pause spargo la voce di questa mia difficoltà con tutti i canali disponibili, mi ritrovo con una moltitudine di persone pronte a fornirmi adattatori, ospitalità, aiuto, il tutto da persone sia legate all’organizzazione della gara che da semplici appassionati della zona!

Veramente bellissimo, alla fine della giornata tutti i miei problemi sembravano risolti, avrei comunque corso senza termocoperte, tanto la prima curva importante era la famosa “sinistra che scende” e le gomme dopo un giro di allineamento di 8 km sarebbero state belle pulite e calde. Continuo la giornata facendo giri, fermandomi, conoscendo gente, verso tarda sera torno nel retro, mi sparo un altro paio di sandwich e mi metto alla ricerca di un posto per dormire dopo aver verificato che la cittadina di Tandragee a livello di vita mondana serale equivale più o meno ad una necropoli etrusca in inverno. Non volendo occupare il paddock in cui stavano ancora lavorando con un giorno di anticipo decido in maniera molto “salita style” di cercare un posto abbastanza buio a bordo strada per piazzare il furgone e passare la notte. Dopo una buona ricerca finalmente trovo il luogo adatto, alberelli che coprono la luna, leggero allargamento della strada che permette di parcheggiare sull’erba, inizio di stanchezza precoce visto che ricordiamo, qui vanno un’ora indietro! Sdraiato sul materassino di fianco alla moto penso a quanto “folle” sia questo tracciato, in assoluto ho scelto il migliore di tutto il campionato, altre gare mi dicono siano un pelo più veloci, altre con tanta più vita notturna, ma il tracciato di questa è in assoluto il migliore di tutti, c’è qualsiasi cosa, veloce, lento, tecnico, i dislivelli maggiori, il continuo alternarsi di tutto, una cosa splendida!

Mi addormento stanco e spossato convinto di riposarmi perché domani si comincia a sistemare tutto in attesa del giorno successivo in cui ci sarà finalmente da dare gas, quando sento bussare, sento chiamare, apro e… la polizia!! Appena mi vedono capiscono che non faccio parte di qualche gruppo estremista, in effetti la visione che gli si para davanti aprendo le porte del furgone è di un cargo con una moto in bella vista, riempito di materiale da corsa e un tizio tutto insaccoapelato di fianco oltre ad un immancabile odore di benzina visto che avevo fatto il pieno alla moto… Ridono, bene buon segno, controllo dei documenti e poi subito partono con un po’ di consigli pratici per la sopravvivenza in Irlanda del Nord: non sostare in posti del genere, non sostare vicino ad altri mezzi perché solo 4 giorni prima avevano trovato un piccolo ordigno e ne aspettavano altri, quindi via di lì, consigliandomi anche un posto migliore dove nessuno mi avrebbe detto niente. Saluto, ringrazio e riparto ancora mezzo addormentato fino ad arrivare a… un altro posto di blocco della polizia! Ovviamente mi fermano, altro controllo e via, qui la storia è davvero seria in effetti, comunque a notte fonda, mezzo addormentato e alla fine di tutte queste peripezie mi piazzo in un parcheggio, spengo, salgo dietro e mi sdraio. Finalmente si riposa quando chiudo gli sportelli del furgone, chiudo con il telecomando e… qualcosa non ha funzionato, non so esattamente cosa, ma c’è stato un rumore stranissimo, chissà che era.

Tanto vale controllare, allora cerco di aprire lo sportello del furgone per uscire e la maniglia gira a vuoto! Tradotto significa, visto che la moto copre quasi completamente lo sportello laterale, che sono in trappola! Mi abbandono per un solo istante al provvidenziale “attimo di sconforto” e subito inizio a pensare a possibili soluzioni, dopo un po’ di tentativi realizzo che forse riesco ad uscire dalla laterale, quindi salgo sopra alla moto, apro il portone, scaravento fuori tutto ciò che mi bloccava il passaggio e riesco a liberarmi, a questo punto vado subito dietro e verifico che almeno dall’esterno la porta si apre… ok, soluzione temporanea trovata… domani sistemerò, mi ributto a nanna talmente stanco che crollo in pochi secondi. Arriva la mattina del 3, la vigilia, ci si avvicina sempre più al momento in cui ci si schiererà in griglia e si inizierà a prendere confidenza con il tracciato. Ma per ora devo solo riuscire a saltar fuori dal furgone, manovra eseguita perfettamente e poi via verso il tracciato per qualche altro giro di prova!

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Dario con i nuovi amici Des Hamilton, Kieran Usal e Chris Usal alla Tandragee 2012.

Arrivato sul “luogo del delitto” noto che le protezioni aumentano, la gente si sbriga in tutte le direzioni ed è piena di volontari, qui il grosso dei lavori si fa la sera perché in effetti tutti devono prendere giorni di ferie da lavoro anche solo per preparare. Riparto per fare due o tre giri con il furgone e cercare altri riferimenti; ogni volta mi sento un po’ meglio, pensavo che la parte più difficile sarebbe stata ricordarsi le curve lungo gli oltre 8 km del tracciato, in realtà è più semplice del previsto… In pratica saprò dove sono, il difficile è solo rimanere a cavallo della moto! Mi fermo dopo qualche giro sulla linea del traguardo e vengo immediatamente fermato da Philip Magowan e RJ Woosley, personaggi molto importanti in questo ambiente, che avvistatomi si informano immediatamente se avessi ancora problemi per caricare il transponder, come fosse andato il viaggio, se mi piacesse il tutto e un sacco di altre domande, sono davvero gentilissimi e davvero disponibili nonostante i febbrili preparativi che non possono essere fermati; altre persone si avvicinano e tutti si offrono di aiutare, alla fine mi ritroverò con ben due adattatori per le prese di corrente e con il gentilissimo Des Hamilton che addirittura prende in custodia il mio transponder per riportarmelo carico la mattina delle prove! Che dire, davvero come fossi a casa… e forse in realtà è proprio lì che lo sono…

Noto che finalmente il paddock inizia a presentare i primi furgoni e roulotte, essendo quasi ora di pranzo mi dedico ad un altro paio di giri e termino direttamente in paddock per iniziare a piazzarmi; trovo posto nella parte alta della collina, sembra un bel posticino comodo, vicino a me ci sono un po’ di tende con le classiche, spero non abbiano la malsana abitudine delle salite italiane di iniziare a sgasare alle 7 del mattino mentre i piloti delle moderne si riprendono dai bagordi serali, per fortuna non sarà così! La prima cosa che faccio una volta posizionato il furgone è scendere e chiedere ai miei “vicini” se lì non dessi fastidio a nessuno; loro mentre lavorano sulle proprie Honda storiche salutano, attaccano bottone e giusto per non farsi mancare nulla mi offrono un thè, che carini!

Bando alle ciance inizio a scaricare il furgone. Mentre il pomeriggio avanza e io ormai mi sono piazzato, inizio a fare passeggiatine tattiche in giro, arrivo alla partenza, vado vicino alle altre moto, saluto gente, ringrazio quanti mi vengono a cercare curiosi di questo oggetto misterioso arrivato da lontano; la giornata mi sembra interminabile, avrei solo voglia di saltare in sella e girare, la frenesia aumenta, per fortuna di lì a poco vicino a me parcheggiano Corran Smyth e “Cargo”, il primo è un amico conosciuto già ai tempi della North West 2011, il secondo un esperto pilota delle classi “support” che partecipa ogni anno al Manx GP. Alla fine mi porterà a fare qualche giro con il suo furgone spiegandomi un po’ di trucchetti del tracciato e rivelandomi che da quando ha iniziato a correre la Tandragee 100 è l’unica corsa che non riesce a mancare da quanto è forte il richiamo. A fine serata, visto che per motivi di comodità non ho un gazebo ma mi limito a mettere un telo impermeabile sulla moto, decidono di adottare la mia “Hondina” e farla dormire tra le loro moto la sera, gentilissimi davvero!

Finisce la giornata e passa la notte… passa?? No! Non passa proprio per niente, son stanco, psicologicamente più che altro, ma non riesco a dormire, mi agito, mi assalgono mille dubbi, sarò in grado? La moto reggerà? Combinerò qualche casino? Comunque sono lì da solo… Una caduta rovinosa mi metterebbe in un bel casino, non è esattamente il modo migliore per correre, ma quando resti a corto di alternative… O vai o non vai, e io preferisco non aspettare nessuno e procedere per la mia strada, ho imparato che se ti butti in qualche modo ne esci, se aspetti che sia sempre tutto pronto e allineato finisce che non fai mai nulla… E intanto sono lì che cerco di dormire, fortunatamente ad un certo punto ci riuscirò anche.

Ed ecco che mi sveglio con gli occhi pallati, oggi si comincia a fare sul serio, non vedo l’ora di cominciare anche se il primo scoglio è sicuramente la verifica tecnica della moto: funziona in maniera simile alle salite, ti incolonni con la moto, arriva il tecnico di turno, tu tieni la moto e lui te la passa ai raggi X provando i freni, toccando manopole, pedane, bulloneria varia, controlla eventuali interferenze, guarda per bene motore e vascone, qui ci tengono davvero che la moto sia sicura anche se se ne fregano beatamente del resto. Alla NW l’anno prima uno di questi amabili vecchietti si accorse che il supporto inferiore della marmitta era rotto e me lo fece sistemare! Quindi c’è sempre la paura che qualcosa sia passato, per fortuna stavolta è tutto in ordine, riporto la moto al furgone e prendo il casco, anche questo deve essere ispezionato, quindi mi presento al controllo ritrovandomi in coda dietro a Ryan Farquhar. Finite queste verifiche mi reco al controllo documenti, lì ai newcomer verrà ritirata la licenza che sarà riconsegnata solo al termine del briefing obbligatorio tenuto da piloti esperti. Alla NW nel 2011 ci istruirono Steve Plater e Philip McCallen, oggi c’è Davy Morgan. Insomma sarebbe come trovarsi Rossi e Biaggi e Mamola che ti spiegano come affrontare la tua prima gara al Mugello nel CIV! Ma basta carte, adesso pensiamo a guidare!

Il meteo ci ha messo lo zampino e dieci minuti dopo che avevo montato le mie belle gomme da asciutto ha iniziato a piovere; inizio a guardarmi intorno cercando di capire cosa fanno gli altri, al momento tutti fermi in attesa, sono molto confidenti che si asciugherà, e complice il fatto che i miei primi tre giri di pratica saranno “speed controlled” (ovvero dietro a Morgan o altri piloti esperti che portano in giro gli esordienti per una prima presa di contatto) inizio veramente a illudermi che potrò usare le gomme che ho su adesso. Il meteo cambia ogni 5 minuti, si passa da quasi apertura a pioggia senza sosta, ormai è il tempo di briefing e giro in bus, saliamo e i piloti ci iniziano a fornire una serie di informazioni, raccomandazioni e consigli, veramente una cosa utile, anche se il cervellino in un angolo sta sempre seguendo l’evolversi del meteo, il giro ci dimostra senza ogni ombra di dubbio che dovremo girare con le rain… Anche se smette l’asfalto non si asciugherà, magari nel corso delle prove successive, ma i primi giri si va di rain!

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Cecconi al lavoro sulla moto alla North West 200 2014 (foto: Diego Mola)

Torniamo dal giro e mi metto immediatamente a cambiare le ruote e qui inizia un delirio assoluto: tolgo il posteriore dry, allargo le pasticche come fatto decine di volte ma qualcosa si inceppa, la pinza posteriore è strana, inizio a cercare di montare la rain e non entra più nel disco! Tolgo, riprovo e nulla, provo a posizionarla con la ruota smontata e niente da fare, non vuole entrare! Mentre inizio a smanacciare un po’ a caso con pinze e cacciavite alzo gli occhi e vedo Cargo: “help!”. E dal mio sguardo capisce subito che sono messo male e confido nella sua esperienza, inizia a darmi una mano ma neanche insieme riusciamo a capire; a questo punto io inizio a cambiare la ruota davanti mentre il tempo passa e i primi newcomer si avvicinano al cancello per entrare e girare… io sono ancora senza tuta e senza ruota!!! Mi affanno ma sempre con la massima attenzione, non vorrei che una pinza mi saltasse in 6^ piana, le conseguenze potrebbero essere fatali, quindi finisco di mettere la rain anteriore e mentre vedo almeno 3 persone, Cargo, Chris e Des che alternativamente curano la ruota e mi dicono di star calmo inizio a vestirmi, tuta, stivali, paraschiena, casco, guanti indossati alla velocità della luce! Sarei pure pronto ma mi manca ancora una ruota e il problema sembra sempre più serio… ho anche paura che se non riesco a fare i giri con i newcomer non potrò partecipare alle altre sessioni e quindi perderò l’intero evento. A questo punto tutti alzano le mani, non sanno davvero che fare, nel frattempo altri newcomer mi passano davanti… mi abbandono al mio solito attimo di panico e poi via, tolgo il casco, i guanti e mi inginocchio dietro alla moto, in qualche modo risolverò!

Inizio a riprovare qualsiasi cosa per sbloccare, il mio cervello analizza ogni movimento, mai visto prima visto che in teoria le mani lì non le metto mai, soprattutto perché non sono buono. Ad un certo punto inizio a pensare di togliere le pasticche ed andare senza… almeno dovrei riuscire a rimontare la ruota, ma decido per un’altra cosa prima, smonterò tutta la pinza, via le pasticche, via tutto quello che si smonta, ora ho in mano solo un pezzo di ferro… Smuovo un po’, ricomincio a montare tutto e in un tempo che mi sembra durare solo pochissimi istanti l’ho rimontata, riprovo e va! Entra nel disco! Non so che ho fatto ma ha funzionato, via velocissimo a rimontare la ruota, stringere bene tutto, chiave, accensione e mi catapulto giù per la collina a razzo ignorando l’erba bagnata sotto le mie ruote verso il cancello che… è chiuso! Il commissario mi fa un chiaro cenno di diniego, in quel momento mi fermo e mi cade il mondo addosso… speravo di avercela fatta ma nulla, è andata… Ma io ci provo uguale, in un emozionatissimo e biascicato inglese gli faccio capire che mi sarei schierato da una parte e sarei entrato al loro prossimo passaggio… Mi guarda, scuote la testa e apre il cancello! Allora mi fiondo dentro e vedo che di fatto stanno partendo sul momento, non devo aspettare nulla e in mezzo a grandi segni di incitamento da parte di chi mi ha visto mi fiondo a tutta velocità sulla griglia dove in pratica non mi fermo neanche visto che gli altri sono partiti!

Inizio così finalmente a girar,e recupero dopo poche curve altri 2 newcomer, sfortuna vuole che sono una 125 GP e una storica! Mai visto tanto olio sulla mia visiera in tutta la mia vita, beh ma intanto son dentro chi se ne importa! Guido, sono molto cauto, l’andatura è molto tranquilla e inizio a godermi il posto, niente salti per adesso, chiudo sempre con prudente sicurezza, comunque mi ritrovo molto più veloce di quanto credevo, mi piacciono le parti in salita ma non molto i curvoni in discesa dove il posteriore mi dà brutte sensazioni, sono giri controllati, non devo fare il tempo quindi mi concentro sui riferimenti, su dove si vede e dove no, sui tombini e le pietre, mi ritrovo molto spesso sui rettilinei a pulire la visiera con una mano, allora visto che il ritmo stava aumentando sorpasso prima il 125 GP poi la storica, faccio un giro completo seguendo il casco fucsia di Morgan, mi piace andare più veloce e il bagnato al solito mi mette a mio agio, spero tanto sia così in gara!

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(foto: Niamh Dunlea)

Arriva la bandiera a scacchi, appena passato il traguardo si va su per la la stradina in terra battuta e si torna in paddock, giusto il tempo di togliermi il casco i guanti, respirare a fondo con un sorriso che va da orecchio a orecchio mentre un sacco di gente mi chiede com’è andata e se mi è piaciuto… piaciuto!?!??! E’ stato strepitoso e non vedo l’ora di ripartire! Ecco, in quel momento vedo un “millone” che va verso il cancello. Cavolo io sono pure nella 1000 ed è davvero ora di ripartire per quelle che sono le mie prime qualifiche vere! Corro al furgone, casco, guanti, accendo e via. Ovviamente ero in ritardo e il cancello è chiuso, il tipo mi vede, mi rimprovera dicendo: “ancora in ritardo? Sei pure in questa?” io con il classico sguardo da “gattone di shrek” annuisco e allora mi fanno passare, stavolta in griglia non c’è più nessuno! E allora via gas spalancato e metto le marce fino alla quarta per lanciarmi nella prima curva!

Non ho alcun riferimento davanti a me e quindi vado un po’ a istinto, passo la prima, gas ancora, 5^ saltello, saltello, alzo gli occhi e… la curvaaaaaa, mi attacco ai freni levo una marcia sento la moto scivolare ma la tengo lì, mi butto dentro e miracolosamente lei mi segue, allora gas e a quel punto parte in maniera violenta e assolutamente imprevista, mi sono retto al manubrio come mai prima mentre cercavo di stringere le ginocchia, da una parte muro, dall’altra staccionata con la gente che mi guardava visto che ero solo e in mezzo io che in qualche modo sono rimasto in sella! Riparto, aumento il ritmo, sempre meglio, sempre meglio e mi diverto come un matto, vedo una delle 1000 in lontananza e mi concentro sulle mie linee, alla fine del 4° giro l’avrò ripreso, bandiera a scacchi, anche qui siamo sopravvissuti!

Torno al furgone e stavolta vado di volata a comprarmi un prodotto per tenere la visiera pulita, non posso continuare ad andare senza vedere quasi nulla, non è salutare. Nel frattempo ci sono altre prove, io sarò nella sessione successiva con i 600; trovo la moto quasi pulita, la gente che si aggira intorno al furgone mi dà una mano in tutto, sono davvero cortesi e simpatici, mi pulisco il casco, faccio rifornimento e stavolta mentre la sessione precedente è ancora in corso salto in moto e mi avvio al cancello. Il commissario mi guarda e ride: “che ci fai qui?” e fa notare al suo amico che è la prima volta che mi vede in tempo, addirittura in anticipo; nel frattempo ha smesso di piovere ma col cavolo che rischio di cambiare di nuovo le ruote.

Arriva il mio turno, stavolta incredibilmente parto insieme agli altri, ho gente da seguire che bello! Il tracciato è metà asciutto e metà bagnato, ho qualcuno da seguire e ci vedo pure, risultato? 10” più lento di quando il tracciato era più bagnato, ero solo e non ci vedevo una mazza! Quando qualcuno riuscirà a spiegarmi queste mie capacità molto “kamikazistiche” forse riuscirò ad invertire la tendenza e combinare qualcosa di buono nelle gare… Adesso pausa, relax, che tra un’oretta c’è l’ultima qualifica, nel frattempo ha smesso definitivamente di piovere e con estrema cautela mi accingo a ricambiare le gomme, operazione che stavolta si rivelerà veloce e relativamente semplice come al solito. Purtroppo l’ultima qualifica non verrà disputata a causa di un grave incidente accaduto al newcomer Mckeever al quale mando i miei migliori auguri; sembrava veramente messo male il venerdì sera, per fortuna durante i giorni successivi abbiamo avuto notizie incoraggianti!

Finite le prove, tolta l’armatura e rimessi gli abiti civili si controllano le moto, giro a tutta la bulloneria, benzina c’è, pulita generale, tutto regolare… Sono ufficialmente sopravvissuto al mio primo giorno di guida alla Tandragee 100! Che spettacolo, rimettiamo la moto nel gazebo e finalmente si mangia qualcosa, improvvisamente ho fame, sarà che mi alimento a coca-cola, tavolette di cioccolata e panini da 3 giorni? Bon, neanche il tempo di finire che sono colto da un sonno allucinante, ma quando cala l’adrenalina se non hai abbondanti scorte di alcolici a cui attingere è sempre così, e visto che qui nei giorni di gara meglio non bere mi insacco e crollo dopo pochi minuti…

Sveglia che si corre!!! E’ finalmente arrivato il giorno della gara, che emozione! Salto giù dal furgone come un grillo, prendo la moto e la porto alle verifiche, sono tra i primi, poi il casco e infine i documenti, mi ridanno la licenza e già che ci siamo test antialcool, ma io sono stato bravissimo in questi giorni e il risultato è il terzo zero di fila, infatti mi avevano controllato pure il giorno prima e pure alla North West l’anno prima. Sono pronto, vestito di tutto punto e deciso a partire quando praticamente manca mezzora alla chiusura della strada, ma non importa, basta guidare, mi sento bene, questa mattina iniziamo con la sessione di prove che era stata annullata ieri, quindi parto subito, mi sparo 4 giri sull’asciutto e mi diverto molto, un po’ di staccate con la moto che sbandiera, soprattutto alla famosa “sinistra che scende” a inizio tracciato e alla Marlacoo dove stacco veramente sotto. Fine, benzina, mi nutro un po’, intanto c’è sempre qualcuno da salutare e che mi fa sentire accolto e accettato da quel mondo che seguo sempre su blog e siti specifici, meraviglioso!

Partenza per la prima gara della giornata, la 1000 Open: che dire, io non mi emoziono in gara come quando giro in prova e qui c’è poco da fare, gli altri che girano vicino a me hanno dei 1000 quindi al primo giro ho già capito che arriverò ultimo, ma non mi interessa, mi concentro su di me, sulla strada, inizio a tenere il gas sempre più aperto, finalmente la ruota anteriore si alza con regolarità alla Joey’s Dip! Che soddisfazione, piano piano arrivo a staccarle entrambe anche se per magari solo qualche centimetro, è una grandissima emozione che però non mi perdo ad assaporare visto che il tracciato non lascia un attimo, spingo abbastanza, il posteriore non va bene, lo sento basso, inoltre la moto in tutte le curve ondeggia e questo quando sei oltre la 4^ non è che dia molta fiducia. Nel tratto stretto all’ultimo giro mi passano due fulmini in rapida successione, uno arancione e uno bianco, Farquhar e Dunlop, due veri missili che hanno dato 20” a due maestri come Burrows e Archibald, veramente una cosa elettrizzante anche se avrei preferito finire a giri pieni; la bandiera a scacchi è una visione, nonostante sia ultimo ad un giro rientrando vedo e sento applausi, il primo italiano nella storia della Tandragee 100, ma ovvio che non sono soddisfatto, voglio andare più veloce!

Fermo la moto al furgone, sorrido mentre Kieran mi pulisce il cupolino e tanta gente al solito mi chiede come va… Va bene dai, non sono mai soddisfatto di quello che faccio però l’emozione è forte! Riparto con benzina e controlli vari, la moto non va bene, provo a ritoccare un po’ l’assetto grazie anche ai consigli di Shawn, un vero missile. Partiamo per la Supersport, la gara inizia e mi accodo subito ad altri due, sorpassare qui è difficile e rischioso se non hai margine e mentre quelli davanti allungano io seguo come un ombra l’R6 davanti a me, sono più forte di lui in staccata e nei tratti brevi dove si salta della prima parte del tracciato, lui è più forte di me nei curvoni in discesa e nella prima parte del tratto strettissimo; decido di seguirlo e attaccare verso l’ultimo giro, perfetto, ottima strategia, peccato che al 3° giro mentre stavo prendendo le misure entro forte nella Marlacoo, esco non benissimo e per due volte non mi entra la marcia, proprio all’inizio di una delle sezioni dove lui si allontanava, lo vedo lontano, provo a spingere ma sbaglio ancora, allora tiro come un disperato alla Joey’s e nel primo tratto di Market Hill, ma quando finisco la curva a sinistra cieca lo vedo lontano e a quel punto rinuncio, penso solo a portare la moto infondo per i successivi due giri. Purtroppo i cambi di assetto pur migliorando la situazione non hanno eliminato l’ondeggiamento ed è proprio in queste parti che perdo moltissimo, addirittura non riesco a stendere completamente la 6^, mi avanzano ancora 1.500, sono davvero tanti, ma non mi fido a smontare il posteriore per cambiare i rapporti, per quest’anno va bene così, devo imparare ed è ciò che farò. La gara finisce, me ne torno al furgone dove ricomincia la trafila di controlli, benzina, saluti, stavolta però c’è di peggio, a causa dei salti il due degli attacchi sulla presa d’aria, che fa da telaietto anteriore e portastrumenti si sono rotti e adesso ho il muso che balla pericolosamente; in gara avevo percepito qualcosa di strano ma non avevo capito, ora è chiaro e ho poco tempo per reagire!

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(foto: John Burke)

Inizio subito a cercare fascette e filo di ferro da legature, imbastisco una struttura di rinforzo da far invidia alla torre Eiffel, il muso più o meno si muove però non dovrebbe staccarsi, beh almeno lo spero visto che non ho tempo di fare altro, è tempo per la gara finale, la Tandragee100 Race. Anche qui ci sono i mille, quindi mi aspetto una gara molto simile alla prima con me che mi avvicino nelle staccate ma questi che in maniera molto demoralizzante mi abbandonano a metà rettilineo. In realtà andrà in modo ben diverso!

Partenza del giro di formazione, subito mi accorgo che la mia struttura di rinforzo purtroppo non tiene il muso fermo come lo vorrei, provo a spingere ma prima del salto ci sono altre moto quindi non riesco a verificare veramente, finisce il giro, occhio alla bandiera, via! Gas come se non ci fosse un domani, in effetti è l’ultima gara quindi via, il “millone” davanti a me prende margine ma sono deciso a non mollare finché resta a tiro, mi avvicino pian piano prima dei nuovi rettilinei della parte veloce, arrivo sul drittone principale che porta alla Castle e vedo che purtroppo su quei dossi il muso si muove, mi infilo nella parte stretta, quella dove si balla di più e sto cavolo di muso si muove sempre di più; provo ad andare avanti, faccio la Joey ma quando l’anteriore tocca terra vedo davvero qualcosa che non vorrei, a questo punto mestamente rallento e mi avvio con andatura ridotta, che qui equivale a quella che si tiene durante le sparate sulle nostre strade extraurbane, fino al paddock dove chiudo mestamente ma soddisfatto questa mia prima esperienza.

Ho parlato con tantissima gente, ricevuto complimenti, conosciuto nuovi amici e sono soddisfatto di essere riuscito a fare tutto, non mi sono scoraggiato nonostante in diversi momenti avessi quasi esaurito le energie e ho guidato al meglio di quelle che erano le mie possibilità in quello che considero il tracciato più bello del mondo, presumo secondo solo al TT; la stanchezza era tanta, ma dopo essermi cambiato ho nuovamente caricato tutto sul mio furgoncino e così come ero arrivato me ne sono andato dopo aver salutato tutta questa gente a cui voglio veramente molto bene. L’obbiettivo è riuscire ad incrementare in qualche modo le mie partecipazioni e magari trovare il modo di essere più competitivo senza arrivare ogni volta in griglia all’ultimo secondo e stanco.

Comunque questo è il mio mondo e farò di tutto per starci il più in mezzo possibile!

 

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6 reazioni a “La mia prima Tandragee 100” – di Dario Cecconi

  1. franco ha scritto:

    Bella Dario !
    Potresti scrivere un libro :

    “la solitudine dei numeri primi”

    Buon Anno nuovo di belle soddisfazioni a tutti i piloti, a Marta,Marco e Nicola per averci fatto sognare

    • Dario ha scritto:

      Controproposta: venite tutti a vivere queste emozioni lassù, sará spettacolare 🙂

      • franco ha scritto:

        Eh la fai facile te,è dietro l’angolo !
        Comunque magari ! siamo anche toscani maledetti 🙂

        Ci penso….

  2. Enrico ha scritto:

    Grazie Dario, mi hai fatto emozionare

  3. MrBallymoney ha scritto:

    Bell’articolo Dario , sembra di sentire l’odore dei gas di scarico e il profumo della passione per le moto che ti sprizza da tutti i pori. La semplicità e la “leggerezza” con cui hai affrontato questa gara ricordano molto i veri albori del motociclismo di velocità che fu’ e che purtroppo nelle gare in circuito si sono persi. Per fortuna ci sono le roadracing e i piloti come te. Un grazie da tutti noi motociclisti di strada.

  4. Oreste ha scritto:

    Cosa dire di Dario Cecconi!Che Rappresenta Il Motociclismo Stoico allo Stato Puro Complimenti Dario.

    Saluti

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