“Il Tourist Trophy in sella alla Tyco Suzuki solo dopo la vittoria del British Superbike”. Questa era stata la promessa dei team manager Hector e Philip Neill.
Quest’anno Joshua Brookes il campionato britannico non l’ha vinto, arrivando secondo alle spalle di Shakey Byrne, ma ha comunque ottenuto dalla sua squadra (il team nordirlandese Tyco Suzuki by Tas, impegnato nel BSB e nelle Road Racing) di poter partecipare al TT 2013. Un sogno che il pilota australiano coltiva da tempo, limitandosi fino ad ora a fare da spettatore alla NorthWest, all’UlsterGP e al Tourist Trophy stesso. Proprio all’Isola di Man Brookes ha avuto l’opportunità di partecipare al “parade lap” in sella alla sua GSX-R1000, ma ora finalmente si prepara ad affrontare il Mountain a ben altre velocità…
Brookes parteciperà da newcomer alle gare della Superbike e della Superstock, mentre al momento non è ancora chiaro se il TT sarà la sua unica apparizione tra le road races. La squadra apparentemente schiererà per l’evento più importante dell’anno ben tre moto: al fianco di Brookes ci sarà di nuovo Guy Martin (riconfermato proprio oggi dalla Tas), mentre sono ancora in corso le trattative con Conor Cummins, da poco rientrato dal MacauGP.
Di seguito le dichiarazioni di un determinatissimo Joshua Brookes (da bikesportnews.com):
«Correrò al TT perché voglio farlo. Non mi importa se le persone pensano che io sia pazzo, tanto lo farebbero lo stesso. E’ da quando sono stato al TT la prima volta, nel 2009, che desidero farlo. E’ da allora che lo chiedo, adesso ho la mia prima opportunità e lo farò. Naturalmente so che è pericoloso, ma io ho paura di volare in aereo e ogni anno lo faccio per venire a correre in Inghilterra, anche se mi spaventa. C’è il potenziale perché possa succedere il peggio, ma lo stesso può accadere anche nelle gare in pista. La paura che ho di poter essere ucciso, o di ferirmi gravemente quando corro nel BSB, in motocross, al TT o per le strade vicino a casa mia è uguale. L’unica cosa è che le possibilità che accada qualcosa di brutto sono più alte al TT. Ma non lo temo più di altro; non ho più paura di morire al TT rispetto a un incidente aereo. Forse sono più consapevole dei rischi del TT e questo è un po’ scoraggiante, ma credo sia la questione principale che si affronta quando si corre.
Lo prenderò con calma. Imparerò il tracciato il più in fretta possibile, guarderò video, leggerò libri e tutto ciò che hanno fatto altri piloti, guarderò DVD del circuito. Voglio sentire cosa si prova ad essere là.
Non ho aspettative. E’ difficile, so com’è fatto. Mi è piaciuto molto prendere parte al giro d’onore, ma è stato solo un giro. Devo correre, fare pratica giro dopo giro e poi forse potrò valutarlo e crearmi un’aspettativa. Mi piacerebbe fare meglio di ciò che si aspetta la gente, sarebbe il primo obiettivo. Se la gente pensa che farò schifo oppure che andrò bene o nella media, sarebbe bello fare meglio di ciò che si aspetta, qualunque cosa sia. L’obiettivo è sorprendere le persone e far sì che dicano “wow, è andato proprio forte”. Mi aspetto poi di divertirmi. E’ come quando faccio motocross o cose del genere: mi diverto perché non mi sento giudicato. Se vado forte dicono “sei veloce per essere un pilota da strada”, ma se vado piano dicono “va bene comunque, è un pilota da strada”…».