Niente TT Zero per due anni? Mugen ferma lo sviluppo della Shinden

L’annuncio di Mugen contiene tra le righe un messaggio abbastanza chiaro, per chi volesse leggerlo in questi termini: gli organizzatori del Tourist Trophy hanno annullato la gara del TT Zero almeno per le edizioni 2020 e 2021, per le motivazioni che potete leggere in questo precedente articolo

Il colosso giapponese, di conseguenza, ha dichiarato l’interruzione dello sviluppo della sua “creatura da record”, la Shinden. Perché non proseguire in vista di un ritorno del TT Zero? Perchè, forse, un ritorno non ci sarà, o almeno non a brevissimo.

Nel lungo comunicato, il presidente Mugen Tomoyuki Hashimoto ripercorre la storia del marchio giapponese, partendo dal Lap of Honor al TT 2010 che invogliò i nipponici a cimentarsi in questa avventura mannese; qualcosa da aggiungere al loro già vincente impegno in gare automobilistiche e di motocross.

Le moto, per Mugen, erano al tempo un campo semi-sconosciuto, contando solo due partecipazioni alla 8 Ore di Suzuka nel 1984 e 1985 (tra l’altro nientemeno che con Joey Dunlop).

L’esordio al TT nel 2012, la prima vittoria nel 2014 con la Shinden San: da qui, Mugen diventò inarrestabile, fino ad infrangere il muro delle 120 mph di media sui 60,7 km del Mountain Course. Una media impensabile fino a poco tempo fa per una moto elettrica, ma la Shinden Nana ce l’aveva fatta, grazie all’aiuto, negli anni, di piloti del calibro di Michale Rutter, John McGuinness e Bruce Anstey. Il 2019 ha sancito la sesta vittoria consecutiva di Mugen al TT Zero e un nuovo pazzesco record a 121.91 mph di media.

Nel paddock dell’Isola di Man si vocifera che Mugen avesse un budget milionario, un budget illimitato, che il suo sviluppo fosse rivolto al solo giro secco e niente più, per ottenere medie da record senza una reale applicazione poi nella vita di tutti i giorni. Anche per questo il grande, quasi enorme divario con le altre più piccole realtà.

Hashimoto, nel suo comunicato, chiarisce che Mugen entrò al TT in punta di piedi, senza alcuna conoscenza della gara e di ciò che servisse per essere competitivi; senza alcuna esperienza di sviluppo di un telaio monoscocca in carbonio, o di una moto elettrica da corsa in generale.

Il comunicato si conclude, in puro stile giapponese, con una serie infinita di ringraziamenti ai piloti, ai membri del team, agli ingegneri, agli organizzatori del TT e ai supporters. Un commiato che fa pensare.

Con le parole chiave , , , , , , , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.