La parlata gentile e l’accento piuttosto comprensibile dello Yorkshire mi mettono subito a mio agio. Nel salotto di casa Hutchinson avrei voluto fare tante, troppe domande. Per la prima volta dopo l’annuncio shock di novembre, Hutchy rilascia finalmente un’intervista e gli argomenti non possono che toccare il suo recupero dall’infortunio al TT 2017 e il suo passaggio shock da TAS BMW a Honda Racing.
La portata del suo personaggio è immensa: 16 trionfi al Tourist Trophy (ovvero quarto pilota più vittorioso di sempre
all’Isola di Man), innumerevoli anche ad Ulster GP e North West 200, oltre a Macao. Ma ciò che rimane forse più impresso è la sua incommensurabile forza di volontà. Dopo lo strabiliante ‘5 su 5’ al TT 2010, un record che dura tuttora, Hutchy è stato vittima di una brutta caduta durante il round BSB di Silverstone, rischiando l’amputazione della gamba sinistra; decine di operazioni e poi il ritorno, ma nel 2012 la stessa gamba subisce un’altra frattura durante un’esibizione al London Motorcycle Show. Un altro calvario di operazioni e recuperi record, modifiche alla moto e allo stile di guida con spostamento del cambio a destra, culminando con l’emozionante vittoria al Macau GP 2013 e alle “triplette” al TT 2015 e 2016. Fino al Senior TT 2017, quando Ian è vittima di una caduta molto strana nel tratto del 27mo Miglio sul Mountain, una caduta chiaramente non imputabile ad un errore di guida. Ed è tutto da rifare. Dopo 2 vittorie in quella stessa settimana e mentre si accingeva a centrare la ciliegina del Senior TT, Hutchy ricade nel baratro dell’infortunio alla stessa gamba sinistra, per la terza volta in 7 anni.
A novembre, poi, l’annuncio inaspettato: dopo due stagioni con il Team nordirlandese TAS Racing e la S1000RR, il trentottenne di Bingley (West Yorkshire) torna con la Casa dell’Ala dorata con la quale, in sella alle CBR marchiate Padgett’s, aveva siglato il famoso ‘5 su 5’. Hutchy passa ora nel Team ufficiale Honda Racing, squadra che cercherà di cancellare un’annata decisamente orribile (date le disavventure di John McGuinness e Guy Martin) proprio con ‘the Bingley Bullet’.
Come sta andando il recupero, Ian? Come va la gamba?
Il recupero sta andando bene, va tutto secondo i piani. Sembra molto lento ma è tutto entro i tempi che mi erano stati detti. La ferita che avevo per allungare la gamba mi è stato detto che sarebbe guarita entro il 10 febbraio, quindi ora sto lavorando per quello. Ho tolto la piastra nel piede, quindi la caviglia è completamente guarita. Devo solo riprendere forza nella gamba adesso.
Puoi dirmi qualcosa riguardo al tuo inaspettato passaggio in Honda Racing? Perché questa decisione?
E’ tuttora una domanda strana per me. Ero felice con il Team TAS e BMW, ma ultimamente sono successe delle cose che mi hanno fatto pensare di aver bisogno un cambiamento. La scelta era tra restare per sempre con BMW o cambiare. E nella mia testa qualcosa mi diceva che dovevo cambiare.
Conosci già bene il tuo compagno di squadra Lee Johnston?
Sì, abbiamo fatto la presentazione del Team assieme, sono felice che abbia trovato una buona sella.
Hai mai pensato di ritirarti o lasciare le corse su strada dopo il tuo infortunio al Senior TT 2017?
No. Dopo il secondo incidente ci sono stati momenti in cui pensavo ‘non riuscirò mai a tornare, se non posso vincere non sono felice di tornare a correre, quindi forse mi ritirerò’. Ma nell’istante in cui sono caduto l’ultima volta, una caduta molto strana per la verità, non mi è venuto in mente niente di tutto ciò, come se fosse qualcosa che non potrà mai ripetersi. Sappiamo che queste cose possono succedere al TT e a me è successo, ma dal momento in cui sono caduto e per tutto il percorso di riabilitazione ho sempre desiderato tornare a correre.
Tornerai a correre anche in pista?
Non subito. La gente può pensare che sia folle voler fare le road races e non le gare in pista che sono più sicure. Ma non vai a correre su strada pensando alla possibilità di cadere; certo, può succedere, ma non la devi considerare una possibilità. Mentre invece in pista puoi aspettarti di cadere ogni singolo weekend. Dopo il secondo incidente pensavo che la mia gamba non sarebbe stata in grado di subire un’altra caduta, poi dopo circa 5 anni ho pensato ‘forse ora è ok, posso farlo’ e sono tornato a correre anche in pista. Ora sono nella stessa situazione, tutti chiedono che io faccia ancora la Superstock nel BSB ma ho bisogno di tempo lontano dai circuiti per far guarire completamente la mia gamba; la stagione parte tra due mesi e la gamba non sarebbe pronta. Sia che torni o che non torni in pista prima o poi è comunque qualcosa che mi piace fare, mi piacerebbe essere ancora competitivo, quindi tornare in futuro sarà una possibilità.
Parliamo ora del concetto di limite: normalmente si dice che nelle road races si corre ben al di sotto del proprio limite; questo vale anche per i top riders?
In pista, soprattutto in qualifica, spingi al massimo, puoi avere costantemente la sensazione di perdere l’anteriore, ad esempio. Nelle road races non ti avvicini a questo punto. Se in pista ci provi un po’ di più, specialmente in qualifica, se osi di più e perdi l’anteriore finisci nella ghiaia. Nelle road races non puoi permetterti di perdere l’anteriore.
Credo comunque di aver visto qualche pilota al TT con uno stile di guida leggermente diverso dagli altri, ad esempio frenando un po’ più al limite, probabilmente perché abituati ad uno stile più da pista. Credi che questo possa pagare?
Sì, lo noto anche io a volte nella mia stessa guida. Poi al TT in alcuni punti puoi anche frenare al 100%, all’ultimo, ma va bene solo per determinate sezioni. Da altre parti al TT sai magari che potresti anche frenare più forte e più al limite ma poi perderesti troppo per la sezione successiva. A Parliament Square a Ramsey, ad esempio, puoi frenare forte perchè devi praticamente fermarti, ma in altri punti devi guidare in modo molto scorrevole per mantenere una certa velocità. Credo che paghi usare un po’ di entrambi gli stili di guida, ma tenendo ben in mente che si tratta di una road race.
Qual è la tua sezione preferita sul Mountain Course?
Non ne ho una in particolare, non c’è un punto che mi piace più di altri o che al contrario non mi piace. Beh anche se credo che Governor’s Dip sia terribile, con le grosse Superbike che quasi si fermano per attraversarlo! Però non c’è un punto che realmente amo o odio. Una volta che conosci il posto tutto fluisce di sezione in sezione. Credo che scendere da Bray Hill durante un giro lanciato sia la sensazione più bella del mondo!
Quindi ti piace anche la sezione sconnessa da Ginger Hall a Ramsey!
Sì, mi sono sempre trovato bene in quel tratto, credo che sia dovuto al fatto che vengo dall’offroad e dall’enduro. Devi essere abituato ad avere una moto che si scompone molto.
E la sezione del Mountain?
Credo che sia una parte importantissima del tracciato. Appena esci dal Gooseneck devi essere veramente molto fluido nella guida e per niente aggressivo in frenata, perchè la velocità che mantieni in curva te la porti in rettilineo. Le curve sul Mountain sono comunque velocissime e devi essere molto accurato; se entri un po’ troppo presto poi l’intera curva è sbagliata e raggiungi il punto di corda troppo presto, devi chiudere il gas in uscita al posto di aprirlo. Mi piace molto la sfida del dover percorrere ogni millimetro in modo perfetto sul Mountain e quando fai tutto giusto è qualcosa di fantastico. Le tre curve al 32mo miglio sono difficilissime da fare in modo perfetto senza uscire pensando ‘oh no sono troppo lento’ o al contrario andare quasi fuori strada; è dura fare bene quella sezione e tutto deriva da come esci da Brandywell; quando esci da lì, se non sei nella giusta traiettoria per affrontare la successiva leggera destra non riuscirai ad entrare bene al 32mo miglio. Quando sbagli o non hai la moto a posto invece è terribile, quando non riesci a fare ciò che sai di poter fare.
Il Mountain Course è il tuo tracciato preferito?
Domanda difficile, perchè il TT non è paragonabile a nient’altro. Ma l’Ulster GP è da sempre il mio tracciato preferito. Tra le piste invece direi Oulton Park.
E Macao?
Ho un rapporto di amore/odio con Macao. Quando sei in griglia lo odi e pensi di non voler tornare mai più, ma quando finisci la gara ami quel posto e non vedi l’ora di tornarci. Ma io non tornerò a Macao. Avevo già deciso alla fine del 2016 che non sarei più tornato. Ho avuto i miei bei momenti lì, ho anche vinto nel 2013.
Me lo ricordo molto bene, ero sotto al podio ed è stato emozionante vederti tornare alla vittoria dopo gli infortuni. A proposito, qual è stato il più difficile per quanto riguarda la riabilitazione?
Ovviamente il primo è stato il più orrendo, addirittura per tre settimane non sono riuscito quasi a parlare dal tanto che ero sedato; ma poi sono migliorato in fretta e in un anno si è risolto tutto. Purtroppo la ferita era infetta e così la gamba si è rotta un’altra volta e da lì è stato un percorso molto lungo; ho corso comunque alla North West e al TT, ma poi mi hanno tagliato 160mm di tibia e farla ricrescere è stato terribile. Quindi il secondo infortunio è stato peggiore. Questa volta invece la tibia era sopravvissuta ma hanno dovuto rimuovermi la caviglia e poi rimettermi la gabbia e rompermi la tibia per allungare la gamba; quindi ho dovuto affrontare ancora l’allungamento della gamba come la volta precedente. E oltre a tutto ciò anche il femore era rotto in circa 6 punti. Quindi è difficile da comparare ma credo che questa sia la volta con i danni maggiori perchè almeno prima il femore era a posto; ora ho fratture a caviglia, tibia e femore.
Mentre la prima è stata più dura mentalmente?
Sì, perchè non avevo mai avuto un infortunio prima, avevo rotto solo la clavicola che era guarita in tre settimane. Era veramente incerto se potessi tornare a correre o no, se potessi essere ancora veloce, o se potessi addirittura solo guidare una moto. Ho dovuto anche imparare ad usare il cambio a destra. Non era una cosa normale, è stato molto difficile. Questa volta non devo affrontare niente di tutto ciò, so che tornerò, so cosa ho fatto quando sono tornato la volta scorsa, so già usare il cambio a destra e quindi non devo imparare niente di nuovo. Credo che questa volta sarà molto meglio.
Tu sei veramente un’ispirazione per molte persone e per la terza volta ti appresti a tornare a ciò che sai fare meglio. Hai degli obiettivi per questo TT, considerando sia l’infortunio che la moto e il Team nuovi?
Sì, il mio obiettivo è solo quello di vincere al TT. Non vedo alcuna ragione per cui non possa essere possibile. Ho molto lavoro da fare con la gamba, so che in posizione ero la volta scorsa, so cosa devo fare. La Honda è sempre stata un’ottima moto al TT e la squadra sta facendo di tutto per me, quindi sono in una situazione in cui posso andare lì e vincere. E’ l’unico modo in cui la vedo io.
Grande Hutchy
Incredibile forza di volontà, passione e voglia di competere. Ai piloti la parola “eroe” non piace, ma se non sono eroi loro, chi lo è ?
Questo ragazzo ha lo stile di un cassiere di banca col golfino di lana, ed invece quando sale in sella è tutt’altra cosa, la forza, la passione, ed il coraggio visto che a subito tanto in quella gamba sinistra da quasi amputazione incredibile… E’ sempra tornato ai suoi livelli, e lo sarà anche questa volta. Che pilota ragazzi!
Pazzesco… mi venivano i brividi a leggere della sua gamba. X me era già un eroe dopo il 5 su 5, ero incredulo per la vittoria di Macau, ho pianto quando è tornato a vincere al TT… ora… semplicemente penso che non sia umano! È un TITANO!