Manx GP – Tripla intervista ai newcomers Di Mattia, Giovannangelo e Zattara

L’edizione 2015 del Manx Grand Prix è stata degna di un interesse particolare soprattutto dal punto di vista “italiano”. Ben 4 piloti del nostro Paese hanno ricevuto la famosa pacca sulla spalla da parte del marshal per affrontare il famigerato Mountain Course. 

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Marco Giovannangelo (foto: Gary Harrison)

L’esperto Tommaso Totti è stato infatti affiancato da 3 esordienti: un “plotone” tricolore probabilmente mai visto prima all’Isola di Man. I 3 newcomers rispondono al nome di Filippo Di Mattia, Marco Giovannangelo e Stefano Zattara, in rigoroso ordine alfabetico. Tre personaggi diversi, tre storie diverse, tre esperienze diverse. In questa triplice intervista emergono le differenti emozioni, opinioni, sogni e progetti di questi debuttanti alla loro prima volta lungo i 60,7 km del circuito di Montagna.

Le due settimane di Manx GP 2015, dal 22 agosto al 4 settembre, non sono certo state clementi dal punto di vista meteorologico, con il maltempo che ha provocato vari ritardi e cancellazioni. Anche durante la Newcomers Race A, la gara dedicata esclusivamente ai piloti debuttanti all’Isola di Man, ridotta da 4 a 3 giri e alla quale hanno preso parte proprio i nostri 3 piloti.

Il romano Marco Giovannangelo, classe 1986 in sella alla Suzuki GSX-R600 J. Angel Motosport, si è rivelato il più veloce tra i tre, con una buona costanza di apprendimento e miglioramento. Molto saggia da parte sua e del team, inoltre, la scelta di effettuare l’unico pit stop di gara al termine del primo passaggio, in modo da avere almeno un giro lanciato, il terzo. E’ proprio qui che Giovannangelo ha fatto segnare il suo best lap (e migliore tra i tempi dei newcomers italiani quest’anno) alla media di 98.933 mph.

Strategia diversa, invece, per Filippo Di Mattia e Stefano Zattara, che si fermano al rifornimento al termine del secondo giro: il simpatico 50enne romano in sella alla sua Honda CBR600RR FDM Racing fa segnare un miglior tempo in 91.187 mph, mentre il 46enne trentino Stefano Zattara registra un best lap in 98.631 mph con la sua Suzuki 750cc Space Bike, entrambi al primo passaggio.

Nonostante il miglior giro tra i tre newcomers di Giovannangelo, è Zattara ad assicurarsi il vertice della classifica italiana, concludendo la Newcomers Race A in 24^ posizione; 25° è Marco Giovannangelo, 26° Filippo Di Mattia.

Lasciamo ora la parola a loro, protagonisti di un’avventura certamente indimenticabile.

 

 

Come giudichi l’esperienza del tuo primo Manx GP? Si è rivelato tutto più facile o più difficile rispetto a come lo avevi immaginato?

Di Mattia: Esperienza esaltante, impegnativa, intensa, emozionante! Le difficoltà maggiori sono state la memorizzazione del circuito e le condizioni del fondo stradale, rese esponenziali dalla velocità media. Comunque era quello che mi aspettavo, grazie ai video ma soprattutto ai racconti di Marco Pagani, che ha esordito al Manx l’anno scorso e al TT quest’anno.

Giovannangelo: Forse grazie alla preparazione maniacale di tutta la trasferta ho avuto meno rogne di quanto mi aspettassi, almeno per quanto riguarda il viaggio e tutto il contesto organizzativo della gara. Per quanto riguarda la pista, molto più difficile delle aspettative. Già sapevo che non era una passeggiata, ma ho trovato pendenze, sconnessioni dell’asfalto e il continuo viaggiare alle alte velocità che non mi aspettavo…

Zattara: Come ti avevo già anticipato o forse come avevi già intuito seguendomi su Facebook, non sono rimasto molto soddisfatto della mia esperienza dal punto di vista agonistico,ma contentissimo di aver vissuto un qualcosa di unico che mi porterò dentro per molto tempo e che in un certo senso mi ha fatto maturare e scoprire cose nuove. E’ stato più difficile del previsto da un punto di vista della gestione psicologica. Il pericolo non è quello che ti puoi immaginare guardando gli onboard su Youtube, lo percepisci davvero, lo puoi toccare e, nonostante pratichi altri sport con una forte componente “adrenalinica”, qui non ho avuto il tempo di capire la situazione e gestire il “pericolo” come serve per permettermi di esprimere al meglio le mie qualità sportive. In sostanza ho percepito una situazione di disagio troppo alta in proporzione al godimento che ne traevo alla guida e ho capito che, almeno per ora, non è quello che cerco in questo sport, preferisco ancora inseguire i miei record personali all’interno dei circuiti standard, semplicemente mi diverto di più! Ma vado orgogliosissimo d’aver sfidato almeno una volta il Mountain Course.

 

 

Che cosa ti ha spinto a provare l’esperienza delle corse su strada?

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Filippo Di Mattia (foto: Steve Babb)

Di Mattia: Un articolo di Donnini su Motosprint di due o tre anni fa sul TT mi ha incuriosito. Così inizio a documentarmi e decido, senza mai essere entrato in un circuito di velocità e non avendo una moto sportiva a 49 anni, di farmi “il regalo di compleanno per i miei 50 anni” … La partecipazione al Manx GP! Cosa mi ha spinto a questa esperienza? Ambizione, follia, sfida alle proprie paure, penso ci voglia un bravo psicologo per capire bene! 

Giovannangelo: Più che provare le corse su strada ho sentito il bisogno maniacale di andare a correre proprio sul circuito del Mountain. Non credo che facciano per me le corse stradali, però allo stesso tempo ti dico che voglio tornare a correre sull’isola il prima possibile.

Zattara: Io sono un ricercatore di felicità e di cose che ti fanno sentire vivo e per me questo vuol dire vivere di persona spesso situazioni che mi mettono alla prova e che hanno una componente di “pericolo”.

 

Cosa hai provato durante il tuo primissimo giro sul Mountain Course, dietro al Marshal?

Di Mattia: Durante il primo giro fatto dietro al marshal c’è stata tanta confusione. La sensazione di quello che stavo facendo l’ho avuta al primo giro da solo. Sono rimasto tanto impressionato dalla percezione della velocità dovuta alla vicinanza agli ostacoli e ho anche realizzato che per me sarebbe stata una corsa al “buio”: con il pochissimo tempo dedicato ai video del tracciato, avevo memorizzato solo i primi due minuti di pista!

Giovannangelo: Credo che se mi avessero cronometrato al primo giro mi sarei qualificato anche nel TT tra i professionisti!! Lo dico perchè per cercare di star dietro al Marshal non ho mai frenato e l’incoscienza di non sapere cosa mi trovavo avanti mi faceva tenere sempre aperto! A parte gli scherzi, emozioni irritrovabili! Il cuore a 3000 e la tensione l’hanno fatta da padroni. Ti rendi subito conto che l’approccio che si ha con la pista va subito sostituito con uno più ragionato. Bisogna farsi portare da quella strada, impararla e farla come va fatta, non so come spiegarlo ma sono stati quei 25 minuti circa più lunghi ma più veloci della mia vita.

Zattara: Non mi ha esaltato, c’era troppa confusione in pista, non è stato gestito al meglio dall’organizzazione. Il flusso dei newcomers e dei marshal, troppe bandiere gialle e conseguente andatura lenta. Molto meglio il mio primo giro da solo la stessa sera, fantastico e pauroso allo steso tempo!

 

Qual è il punto del tracciato più difficile in assoluto e quale quello in cui ti è piaciuto maggiormente guidare?

Di Mattia: Tutti e nessuno. Quando avevo un pilota non troppo veloce da seguire mi divertivo, ma dopo un po’ lo perdevo… e si tornava al buio.

Giovannangelo: Le miglia che precedono Ramsey con tutte quelle buche non mi sono mai piaciute, perdo veramente tanto. La parte più bella è senza dubbio dal rampino dove si inizia a salire per il Mountain fino al traguardo. Non so perchè ma ho più riferimenti, la strada mi piace di più e mi riesce un po’ meglio…la sento un po’ più mia! Il Mountain è velocissimo ma anche la parte dopo che ti riporta a Douglas è stupenda!

Zattara: Tutti i punti in cui non avevo memorizzato, almeno in una parte minima, la sequenza delle curve, quindi gran parte del tracciato…sigh! La parte che invece mi è piaciuta di più è quella da Ballacraine a Kirk Michael.

 

Qual è stato il momento più emozionante o più particolare di tutto il tuo Manx GP, il momento che non dimenticherai mai?

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Stefano Zattara

Di Mattia: Il mio Manx GP è un progetto durato 20 mesi (anche per ottenere i requisiti necessari alla partecipazione). C’è dentro la scoperta della categoria velocità (prima avevo fatto solo motocross e supermoto), la prima entrata in pista a Vallelunga, la prima gara di velocità (dopo aver provato la velocità una sola volta), il traguardo della gara di Imola con la schiena bloccata, la trasferta a Man in solitaria, il fascino dell’isola, il primo giro sotto il tempo minimo di qualificazione e…il traguardo della gara.

Giovannangelo: Prima della partenza! Vuoi o non vuoi ero andato lì, sì per vivere un’esperienza, ma anche per fare una gara! E dal momento che sai che da quando ricevi quella pacca sulla spalla devi dare il 100% ma con cognizione di causa (se si esagera, oltre che andare più lenti si rischia pure di farsi male davvero), entri in uno stato carico di tensione e ragionamento che…non vedo l’ora di riprovare l’ anno prossimo!

Zattara: L’attesa del tuo primo giro con i marshal.

 

Hai invece qualche rammarico? Qualcosa che non rifaresti o che faresti diversamente?

Di Mattia: Darei più ascolto ai consigli di Marco Pagani (“usa il simulatore più volte che puoi”) e di Tommaso Totti (“gomme da asciutto”).

Giovannangelo: No, nulla! Forse una moto stradale per girare un po’ di più la prossima volta, ma non so quanto serva.

Zattara: Una scelta più attenta di preparazione del casco e della visiera. Sembra stupido, ma sui nove giri totali che ho fatto nelle due settimane, sette li ho fatti con problemi di cinghia, colore ed appannamento della visiera. E non va bene se devi correre su un tracciato così estremo.

 

Progetti per il 2016? Tornerai all’Isola di Man?

Di Mattia: Penso e spero di tornare presto a Man, ma non credo nel 2016.

Giovannangelo: Penso che si sia capito, no?!

Zattara: Per il 2016 sarò a caccia di miei record personali in giro per nostri circuiti italiani e sto pensando alla Pikes Peak. Sull’isola ci ritornerò di sicuro ma non so per cosa e quando.

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3 reazioni a Manx GP – Tripla intervista ai newcomers Di Mattia, Giovannangelo e Zattara

  1. Gabriele Pezzotta ha scritto:

    Viva l’Isola di Man!

  2. franco ha scritto:

    Viva Filippo,Marco,Stefano e Gabriele !

    L’mozione continua a distanza di un mese

    Pensa non ci avessero provato 🙂

  3. Oreste ha scritto:

    Eccomi!!!Esperienze particolari fortunati loro a 50 anni… correre al Manx GP io nemmeno il regalo di esserci poi moto e pc fuori uso fino a oggi comunque bravi.

    Ps.Per Di Mattia io sono quello che ha parlato di te al sito Road Race.

    Saluti

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