Descrivere a parole o con foto e video una piccola National Road Race come la Skerries 100 è un’impresa ardua. Bisogna vedere per credere. Vedere e toccare con mano quanto strette e tortuose siano le stradine del tracciato irlandese, così come in molte altre Nationals; sperimentare di persona quanto calda e familiare sia l’atmosfera di un paddock di questo genere.
Arriviamo a Skerries giovedì sera 29 giugno, scoprendo una fantastica cittadina sul mare ad una manciata di km a
nord di Dublino. Il tracciato si trova poco fuori dal paese e, seppur tardi, in cielo c’è ancora luce e ciò ci permette di fare qualche giro in macchina sullo stradale di 2.9 miglia. La nostra guida? Davide Ansaldi, che le road races irlandesi le conosce come le proprie tasche, avendoci corso e vissuto nel 2012, 2013 e 2014. La prima impressione è di incredulità: impossibile che il giorno dopo i piloti sfrecceranno tra quelle stradine ad una (o sarebbe meglio dire mezza) carreggiata, con piccoli fossati ai lati a separare la strada dai campi, il bosco o i muri delle case; impossibile che mettano le ruote su quell’asfalto così granuloso e reso ancor più infido dal fango. E invece…
Seppur stretta, Skerries presenta vari punti “da pelo”, permettendo molti sorpassi e un ottimo spettacolo per il pubblico. Dopo il rettilineo di partenza si affronta subito la secca curva a sinistra di Finnegan’s Corner (precedentemente Dublin’s, poi omaggiata al grande Martin Finnegan che risiedeva a Lusk, a pochi km da Skerries), per sfrecciare poi verso Duke’s Bends, uno dei tratti salienti del circuito, un destra-sinistra così chiamato in seguito ad una caduta di Geoff Duke. Si prosegue quindi fino a Baldungan, altra curva secca a sinistra; si raggiunge poco dopo l’ennesima sinistra tecnica, la Glasshouses. Gas spalancato lungo il saliscendi di Gillies Leap, in un tratto incredibilmente stretto e sporco, piegando a destra fino ad arrivare all’Hairpin, un’altra secca sinistra. Si entra qui nel tratto più veloce del circuito, Shady Lane, che prosegue su Sam’s Tunnel e Sam’s Leap, dove si fatica a tenere la ruota anteriore a terra. Piccola chicane artificiale, traguardo e via per un altro giro mozzafiato. Se a Finnegan’s Corner, invece, si prosegue dritti, ci si trova sull’adiacente tracciato di Killalane, che con Skerries condivide un centinaio di metri e la zona del paddock.
Questo è ubicato nientemeno che nel campo di una fattoria, messo a disposizione dal padrone che ogni anno letteralmente sposta le proprie mucche per lasciar spazio ai furgoni e alle tende di team e piloti. Un paddock largo e spazioso tra erba e “ricordini degli animali”, molto diverso da quello assai stretto della Cookstown 100. Per la verità, l’afflusso dei piloti a Skerries quest’anno non è altissimo, ma lo spettacolo offerto nei due giorni successivi sarà comunque mozzafiato.
In un weekend che segna il secondo anniversario della morte del Dottor John Hinds proprio a Skerries, nonché di Joey Dunlop 17 anni prima a Tallinn, il Loughshinny Motorcycle Club dà vita ad un evento ben organizzato, scorrevole, senza grossi intoppi e ricco di emozioni. Si parte venerdì pomeriggio 30 giugno con le sessioni di qualifica di tutte le classi, che subito svelano le carte in tavola: sarà difficile contenere i “3 moschettieri” irlandesi Derek Sheils, Derek McGee e Michael Sweeney.
Sabato 1 luglio il tempo si rivela molto più clemente del giorno precedente, in cui il freddo l’aveva fatta da padrone. Alle 9.30 del mattino, con gli spettatori già assiepati tra gli alberi nei punti più impensabili del tracciato, si parte puntuali e con il “botto”: la prima gara in programma è la Open Race, con le grosse 1000cc mischiate alle 600cc. In pole il dublinese Derek Sheils sulla Suzuki Cookstown/BE, che già durante le prove aveva battuto (in modo non ufficiale) il lap record di Michael Dunlop; Sheils mostrerà uno stato di forma micidiale schiacciando la concorrenza nelle 3 gare delle “big bikes”, rifacendosi di un Tourist Trophy disastroso in cui con il Team di John Burrows non era riuscito a terminare neppure una gara, segnando però il suo miglior giro di sempre all’Isola di Man ad oltre 128 mph di media. Dal nostro punto iniziale a Finnegan’s Corner abbiamo potuto assaporare passaggi non veloci ma decisivi, con sorpassi al limite e caschi a filo di muretti e siepi. Sheils ha subito impresso un ritmo insostenibile andando a vincere con 17 secondi di vantaggio sul connazionale Derek McGee (Kawasaki ZX-10R McGee Racing), impegnato nel finale in una bagarre mozzafiato con il “local man” Micko Sweeney (BMW Martin Jones Racing) e distaccati sul traguardo di un solo decimo. Con traiettorie precise e scorrevoli persino tra le buche, i tre hanno annientato qualsiasi concorrenza rendendosi assoluti protagonisti della giornata. Tredici secondi più indietro troviamo il veterano Davy Morgan ed il newcomer Davey Todd. Attenzione: il ragazzino inglese ha una storia tutta particolare. Todd, impegnato nel British Superstock 1000, ha deciso di partecipare questo weekend alla Skerries 100 come primissima corsa su strada, impressionando tutti con le sue prestazioni sulla Kawasaki ZX6R tra le “big bikes”; Todd guarda ora con impazienza già alla Armoy Road Race e all’Ulster GP, scrivendo il suo nome tra i piloti da tenere d’occhio assolutamente.
E’ quindi il turno della Junior Support (201-400cc), categoria in cui la superiorità di Joseph Loughlin, ragazzino irlandese di Castleblayney, è ormai quasi imbarazzante; Joe (con il quale pubblicheremo a breve un’intervista), in gara con il padre Barry, straccia il lap record di categoria abbassandolo di ben 4 secondi e va a doppiare quasi tutti i concorrenti; la facilità di guida di Loughlin è ben evidente nel tratto in salita di Sam’s Leap dove Joe è l’unico ad impostare la curva a destra costantemente in impennata.
Segue la Classic Race A (250-350cc) con la vittoria del pilota locale Ed Manly su Honda 350cc. Adrenalina di nuovo alle stelle poi per la Supersport Race, che si rivelerà una delle gare più belle della giornata. E’ lo specialista di categoria Derek McGee su ZX6R a prendere subito la testa della corsa, ma i soliti Sheils e Sweeney non lo lasciano scappare; con “Micko” il più veloce in “pista” (fondamentale per lui la sostituzione durante la notte del motore “stanco” del TT con uno più fresco), è Sheils che tenta l’attacco sul “missile di Mullingar” proprio all’inizio dell’ultimo passaggio a Finnegan’s Corner; McGee non ci sta e, dopo essersi tallonati tra le strettissime stradine nella parte opposta del circuito, i due Derek si presentano sul traguardo appaiati: il verdetto alla fotocellula, che dichiara McGee vincitore per soli 12 centesimi su Sheils! Completa il podio Michael Sweeney a 6 decimi (su Yamaha ZX6R), pilota residente proprio a Skerries e acclamato dal pubblico di casa; ritirato invece l’altro favorito degli spettatori, il “local man” Andy Farrell, pilota e organizzatore dell’evento. 17 secondi dopo Sweeney troviamo sempre il newcomer Davey Todd.
La 250-400c Race si rivela l’unico disastro di giornata: in sella alla Kawasaki 400cc, il solito Joe Loughlin stava dando spettacolo districandosi ben presto tra i doppiati, quand’ecco il colpo di scena: durante il sorpasso sulla povera Yvonne Montgomery, signora sessantenne newcomer a Skerries, qualcosa è andato storto. L’irruente Loughlin se l’è cavata, mentre la Montgomery è stata trasportata in ospedale con fratture al bacino. Immediata la bandiera rossa, con la vittoria andata a Neil Kernohan.
In “pista” poi di nuovo le “big bikes” per la Open Non Championship Race: il dominio di Sheils è ancora totale e vederlo arrivare a gas spalancato lungo Sam’s Tunnel, affrontare la compressione e la leggera salita di Sam’s Leap impostando la curva a destra e poi la sinistra che porta alla chicane artificiale, è stato qualcosa di fantastico: preciso, pulito, in ogni giro. Più scomposto il pilota di Skerries Michael Sweeney, in sella alla sua bellissima S1000RR, nel disperato tentativo di ricucire un gap con Sheils che sul traguardo sarà di ben 22 secondi; terzo gradino del podio questa volta per il nordirlandese Paul Jordan (newcomer al TT quest’anno ma con anni di esperienza nelle Nationals) con la BMW Evocamping (a +26); quarto di nuovo l’esordiente Davey Todd (a +30), primo tra le 600cc.
Fantastica, poi, la 125cc-Moto3 Race: sebbene durante il giro di allineamento la gara perda Melissa Kennedy, Gary Jordan (fratello di Paul) e Sam Dunlop (figlio di Jim Dunlop, fratello di Joey), lo spettacolo è garantito da un indiavolato Gary Dunlop e dal bravissimo Derek McGee, a suo agio con tutte le cilindrate e in sella ad una moto per la prima volta dopo Cookstown (McGee era stato infatti costretto a saltare il TT per mancanza di fondi). E’ proprio il figlio di Joey a condurre la gara nelle prime battute in sella alla Honda 125cc preparata dal cugino William; ben presto, però, Derek McGee sferra l’attacco decisivo andando a vincere questa gara “tutta in famiglia”: la 125cc Joey’s Bar Racing di McGee è infatti preparata proprio dallo stesso Gary. Il Team, in seguito, annuncia la separazione dal secondo pilota Sam Wilson, a Skerries neppure partito: ad Armoy ci sarà Paul Jordan al suo posto. Il terzo gradino del podio alla Skerries 100 va invece a Nigel Moore.
La Classic Race B (500-1000cc) vede la vittoria del solito esperto Robert McCrum su Norton. Ed è poi il turno del Grand Final, interrotto però dopo un paio di giri per l’intensificarsi della pioggia; i “top riders” Sheils e Sweeney non esitano ad alzare la mano per fermare la corsa, che sarà ripresa più avanti, permettendo la partecipazione di Derek McGee che era stato costretto a dare forfait dopo il giro di allineamento per un problema tecnico alla sua ZX10R. Dopo qualche momento di attesa gli organizzatori decidono di dare il via alla Supertwin “non qualifiers”, con il Grand Final riprogrammato subito dopo: nonostante sia storicamente la gara di chiusura dell’evento, il Club non vuole assolutamente rischiare che la pioggia rovini il “main event” come nel 2016, quando il Grand Final fu addirittura annullato.
Il pubblico già assapora la velocità delle 1000cc per sette giri mozzafiato tra le strette stradine di Skerries:
al via è il solito Derek Sheils a portarsi al comando, accrescendo il suo vantaggio giro dopo giro su Sweeney, McGee, Todd, Jordan e Morgan, inizialmente in quest’ordine. Il gruppo perde in seguito proprio Paul Jordan per un problema alla sua S1000RR, lasciando Todd e Morgan a battagliare mentre il gruppo dei primi tre svanisce letteralmente di vista. Il pazzesco pilota del Team Cookstown/BE amministra il vantaggio, mentre dietro si consuma ancora una volta la bagarre tra McGee e Sweeney, con il pilota di Mullingar ad avere la meglio sul 34enne di Skerries. Derek Sheils centra così la tripletta di giornata, dimostrando uno stato di grazia pazzesco, con Derek McGee al secondo posto e Micko Sweeney al terzo.
Si passa poi alla Senior Support Race (401-750cc) che anche grazie a Joe Loughlin regala uno spettacolo unico: dopo una ripartenza in seguito all’incidente di due piloti all’Hairpin, Loughlin si trova alle prese con il pilota locale Damien Howard. Il distacco è di qualche secondo, Loughlin non sembra avere il passo di Howard, ma nel corso dei 5 giri di gara Joe si avvicina inesorabile, fino a sferrare l’attacco decisivo quando nessuno pensava potesse ancora farcela; la “piccola star” Joe Loughlin va così a prendersi la seconda vittoria di giornata per 1.7 secondi su Howard.
La Skerries 100 2017 si conclude con una Supertwin Race eletta dal pubblico come la gara più bella di giornata: sono di nuovo Sheils, McGee e Sweeney, questa volta con Paul Jordan, a far rizzare letteralmente i capelli agli spettatori sfrecciando l’uno negli scarichi dell’altro su queste stradine di campagna. Il primo dei 7 passaggi vede Sheils al comando su McGee, Jordan, Farrell e Sweeney, tutti su Kawasaki Er6; dal secondo giro, complice anche il ritiro di Andy Farrell, un indiavolato Sweeney dà vita ad una rimonta in bagarre prima con Jordan e poi con McGee, portandosi in seconda posizione e andando a prendere Derek Sheils. Il pilota di Skerries vuole disperatamente una vittoria davanti al pubblico di casa, in una categoria che lo aveva visto trionfare qui proprio lo scorso anno. I due, però, non hanno fatto i conti con il solito McGee: il “missile di Mullingar” passa sia Sweeney che Sheils nel corso del quinto giro, mentre la sesta tornata regala un colpo di scena: Sheils è out, problemi al cambio. Paul Jordan, intanto, non riesce a tenere il ritmo forsennato dei due irlandesi e la bagarre rimane quindi solo tra McGee e Sweeney; Derek guida la corsa, “Micko” insegue a pochi decimi di distacco e ci prova fino all’ultimo: è Derek McGee, dichiarato poi “Man of the Meeting”, a tagliare però per primo il traguardo per 1 solo decimo su Michael Sweeney, con Paul Jordan terzo attardato di 7 secondi; il pazzesco ritmo di gara è sottolineato dal best lap di Sweeney, di ben 8 secondi più veloce rispetto allo scorso anno.
Una Skerries 100 davvero fantastica, una gara che consigliamo a tutti di andare a vedere almeno una volta!
Michael Sweeney onboard Lap qualifiche Skerries 100