Non solo il figlio di Joey. Intervista a Gary Dunlop

Per evocare qualcosa di storico e leggendario, nel mondo delle road races basta un cognome: Dunlop. 

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Gary Dunlop alla Mid Antrim 2016 (foto: Chris Usal)

Una dinastia che vede scorrere la passione per le due ruote nelle vene, da Joey e Robert ai figli e nipoti Michael,
William, Gary, Sam.

Nel 1983 il grande Joey Dunlop, recordman di vittorie al Tourist Trophy con 26 trionfi, “King of the Mountain” di tutti i tempi, favoloso pilota ma anche fantastico uomo, vedeva la nascita di Gary, uno dei suoi 5 figli. Joey aveva 31 anni e si trovava nel pieno della sua luminosa carriera che inciderà il suo nome nella storia del motociclismo. Se il figlio Richard e le figlie Donna, Joanne e Julie ebbero tutt’altre passioni, però, il giovane Gary tentò di seguire le orme agonistiche del padre. Ma non fu affatto semplice e varie vicissitudini lo portarono ad abbandonare questo sport.

Oggi, se passando da Ballymoney vi fermate per una visita al memoriale di Joey e Robert Dunlop e al famoso Joey’s Bar, potrebbe essere proprio Gary a servirvi una pinta di Guinness. Già, perchè il ragazzo nordirlandese ha proseguito la gestione del bar di famiglia, ma con un occhio sempre vigile sulle carriere dei cugini William e Michael. Con William, in particolare, uno splendido rapporto li ha portati alla creazione del Joey’s Bar Team, che ha esordito nel 2015 nelle road races affidando a Sam Wilson e Derek McGee le 125cc e 250cc colorate, neanche a dirlo, di giallo e nero. Finchè, proprio quest’anno, è toccato a Gary tornare in sella e debuttare nelle corse su strada…

Gary, lasciami dire che è un vero onore per me chiacchierare con te: il tuo cognome, la tua storia, la tua famiglia, tutto suona leggendario. Innanzitutto una curiosità: perchè un debutto nelle road races così tardi? Voglio dire, con una famiglia come la tua, il tuo destino poteva essere già scritto, ma non è andata così.

L’anno scorso a quest’ora non ci pensavo neppure a correre. E’ successo tutto perchè mio cugino William avrebbe dovuto guidare la mia moto al Sunflower Trophy a Bishopscourt ma ha dovuto disdire poco prima dell’evento. E  ha iniziato a dirmi che avrei dovuto correre io al suo posto. Alla fine ho accettato e in tutta fretta ho fatto la visita medica e ottenuto la licenza. Dopo il Sunflower un altro pilota, Melissa Kennedy, mi ha detto che a quel punto avrei dovuto correre anche nelle road races. Io non volevo, ma lei mi ha punzecchiato dicendomi che avevo paura. Così, dopo due mesi passati ad essere deriso da lei, ho deciso che avrei corso per dimostrarle il contrario, ahah!

Bisogna precisare però che tu avevi già corso all’inizio del 2000, giusto? Perché ti fermasti allora?

Esatto, ho fatto qualche gara in circuito nell’Irish Championship, dal 2001 al 2004. Purtroppo però non riuscivo a scrollarmi di dosso l’etichetta di “figlio di Joey” e le altissime aspettative che la gente aveva nei miei confronti. E venivo costantemente spinto a correre nelle road races quando io invece non volevo. Tutto questo mi ha allontanato dalle corse. E dopo un paio di brutti incidenti ho deciso di smettere.

E ti sei dedicato al Joey’s Bar.

Proprio così, quello è il mio lavoro di tutti i giorni.

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Gary e William Dunlop alla Scarborough Gold Cup 2016 (foto: Fabio Armanino)

C’è qualcuno in particolare che ti ha supportato più di altri in questo tuo “secondo debutto” nelle corse?

Mio cugino William Dunlop. Lui mi ha supportato e aiutato in tutto. Non sono uno che si fida molto degli altri, ma di lui mi fido al 100%. Avere William con me fa una grande differenza.

Ed ora la senti ancora questa pressione legata al tuo cognome?

Sì, ne sento abbastanza, ma lo avevo messo in conto. La prima volta che ho iniziato a correre è stato molto peggio; sapevo che avrei avuto delle pressioni ma non mi sarei mai aspettato che fosse così terribile. Ora però sono più vecchio e un po’ più saggio e riesco a gestire meglio la situazione. Molta gente pensa che io sia fortunato ad avere questo cognome, ma per me è più una maledizione…


C’è qualcuno dei tuoi familiari che non appoggia la tua decisione di correre nelle road races?

Sinceramente non ne ho mai parlato con loro! Quando ho comunicato che avrei debuttato nelle road races l’ho fatto a cose già avvenute e specificando che non volevo sentire ragioni. E in effetti non ho sentito nessuno dire niente ahah!

Qual è stato finora il tuo tracciato preferito?

Non riesco a togliermi dalla testa l’Ulster Grand Prix da quando ci ho corso. Dopo la gara riuscivo a malapena a parlare, mi sono seduto con un sorriso stampato in faccia per 15 minuti. Anche la Tandragee è fantastica, così veloce e scorrevole con qualche salto e impennata. Non ci sono tracciati che non mi piacciono, ma questi due sono speciali.

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Joey Dunlop con i figli Gary e Richard (foto: Gary Dunlop FB page)

Qual è il tuo più bel ricordo di tuo padre?

Tutti i miei ricordi più belli di lui sono lontano dalle gare. Mi ricordo le nostre vacanze in famiglia: saltavamo nel retro del furgone e viaggiavamo per l’Europa, normalmente terminando all’ex circuito di Formula 1 Vila Real in Portogallo. Tutti e 7 schiacciati nel retro del van, su cui dormivamo anche! Il più bel ricordo legato alle gare, invece, è vederlo vincere la Formula 1 al TT del 2000. Non è stata la mia gara preferita, ma non avevo mai visto mio padre così felice e soddisfatto dopo una gara.

Aiutavi tuo padre alle gare?

Sono andato con lui praticamente a tutte le gare, ma sinceramente stavo alla larga perché era sempre molto impegnato. Qualche volta mi permetteva di aiutarlo con la 125cc, ma non troppo, perché a lui piaceva fare tutto da solo. 

Hai qualche nuovo progetto per l’anno prossimo? Nuove moto, nuove gare?

Finora non ho proprio pensato all’anno prossimo. Inizierò a pensarci non appena avremo finito questa stagione. Sicuramente come Team Joey’s Bar avremo ancora le due 125cc per le road races e se riusciremo ad avere qualche sponsor in più mi piacerebbe inserire una Moto3. Ho anche una voglia matta di fare qualche gara in Europa, come Frohburg o Imatra, vedremo.

Grazie Gary, è stato un piacere!

 

 

 

 

Manx GP/Classic TT, domani si ricomincia a correre all’Isola di Man

Fiumi di motociclisti e appassionati si stanno nuovamente riversando in queste ore sulla bellissima Isola di Man, per il secondo appuntamento a due ruote più importante dell’anno a Ellan Vannin: il Manx GP/Classic TT.

 

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(foto: iomtt.com)

Separati solo dal 2013, da una parte il Manx Grand Prix accoglie sempre più newcomers pronti poi per il grande salto verso il TT; dall’altra il rinnovato forte interesse verso le moto classiche sfociato nel Classic TT. In più, eventi di contorno e tutto ciò che l’isola di Man sa sempre offrire, in un’atmosfera più rilassata ed amatoriale rispetto al Tourist Trophy. Presenti anche ospiti d’onore quali Freddie Spencer, Pierfrancesco Chili e Graeme Crosby, che delizieranno i fan con un giro d’onore rispettivamente con Honda NSR500 Rothmans, Suzuki GSXR750 e Suzuki XR69.

Gli eventi prenderanno il via domani, sabato 20 agosto, per poi protrarsi per due settimane.

Se al Manx GP quest’anno non troviamo purtroppo alcun pilota italiano (per diverse cause), occhi puntati allora sui “big” nel Classic TT. John McGuinness guida il plotone con il numero #1 sul cupolino nella Benetts Senior Race in sella alla Paton 500 di Roger Winfield, squadra consolidata dal 2013 ma senza fortuna per “McPint”, che ha finora collezionato solo ritiri nell’evento di agosto. Al posto dell’infortunato Ryan Farquhar ci sarà poi Conor Cummins a fare compagnia a McGuinness, con il 5 volte vincitore su Paton al vecchio “Classic MGP” fuori gioco dopo l’incidente alla North West 200. La “verdona milanese” sarà guidata anche da Maria Costello (per la squadra dello svizzero Peter Beugger) e dal sessantaseienne Bill Swallow per Gleve Racing.

Rimanendo sul versante italiano, il marchio MV sarà portato lungo il Mountain Course dal Team Black Eagle Racing con Dean Harrison (vincitore di classe nel 2015 sul 3 cilindri) e Michael Dunlop sostituto dell’ultimo minuto dell’infortunato Lee Johnston (Michael si era ritrovato senza moto per la Senior Race a causa del forfait del team Molnar). Il veterano Ian Lougher sarà su MV John Chapman Racing, Michael Rutter su Seeley 650 Matchless, Cameron Donald su Motogallur Vincent, Danny Webb con la Manx Norton 500 Dunnell Racing, Olie Linsdell sulla Royal Enfield del suo Team Flitwick Motorcycles, James Hillier con la Honda CSC di Stephen Caffyn e William Dunlop con Alan Oversby su Honda Davies Motorsport.

La Formula One Motorsport Merchandise vede invece schierato il plotone Classic Suzuki con Michael Dunlop, Nick Jefferies e Danny Webb come sostituto di Lee Johnston. Mistral Racing avrà invece Steve Mercer, Jamie Coward e Dan Kneen sulle Kawasaki ZXR750, con la livrea replica Kawasaki France. Il Team York Suzuki corre ai ripari e chiama Gary Johnson a sostituire l’australiano David Johnson sulla XR-69, dopo la brutta caduta di Davo all’Ulster GP. Torna anche Ivan Lintin, reduce dall’infortunio di Scarborough, e lo fa con una ZXR750.

La Okells Junior 350 vedrà la presenza del vincitore 2015 Michael Rutter su Honda Ripley Land, assieme all’australiano Cameron Donald che mancava dal Classic TT dal 2013. Ci saranno poi Dean Harrison sulla 4 cilindri di Verghera del Team Black Eagle Racing, Dan Cooper con il numero 1 con Honda CSC, William Dunlop e Alan Oversby su Honda Davies, mentre con Aermacchi vedremo Bill Swallow e Danny Webb (quest’ultimo al posto di Keith Amor.

Cinquantacinque i piloti in griglia per la classe Lightweight Classic TT, con Bruce Anstey (tra i primi entusiasti ad inviare la propria iscrizione) su Honda Padgett’s 250cc, Ian Lougher e Micko Sweeney con Yamaha TZ250 Lailaw Racing, Dan Kneen su Honda Rs250 Chapman Racing e il fratello Ryan su Yamaha T250 CBG.

 

Programma completo Manx Grand Prix e Classic TT

 

 

 

Ulster Grand Prix – La gloria di Ian Hutchinson, sbriciolato il lap record

Sabato 13 agosto, Dundrod, Irlanda del Nord. Alle prime luci dell’alba già si preannuncia una giornata grandiosa: nell’aria fresca il profumo di campagna, bagarre e lap record. Le moto dormono ancora nel paddock dell’Ulster Grand Prix, che si appresta a vivere il suo giorno conclusivo con gare avvincenti e la nuovissima formula Superpole. 

Ulster GP – Michael Dunlop il più veloce sulla pioggia, infortunio per Lee Johnston

E’ partita oggi, mercoledì 10 agosto, l’edizione 2016 della corsa su strada più veloce al mondo, l’Ulster Grand Prix.

Ulster GP, inizia la road race più veloce del mondo. Presenti Cecconi e Tiveron

Manca esattamente una settimana alla terza grande International Road Race dell’anno, la corsa su strada più veloce al mondo, sul fantastico tracciato di Dundrod in Irlanda del Nord.

Armoy – Dominio dei fratelli Dunlop

Armoy, contea di Antrim, Irlanda del Nord. Se proprio qui, anni fa, si formarono alcuni tra i road racers più veloci al mondo, tra cui i fratelli Joey e Robert Dunlop, la dinastia continua a brillare attraverso il suo lungo elenco di vittorie con i figli di Robert, Michael e William. Proprio qui, dove l’Armoy Armada fu fondata.

Southern 100 alle porte, sfida aperta tra Harrison e Michael Dunlop. Assente Guy Martin.

Dopo la due giorni irlandese a Walderstown questo weekend, le road races torneranno all’isola di Man dalla prossima settimana per l’importantissimo appuntamento con la Southern 100 nel sud dell’isola.